L’inflazione cresce, i consumi diminuiscono, le scorte in magazzino cominciano a impilarsi l’una sopra l’altra. Questa, in soldoni, la situazione in cui si trova Target, catena di supermercati attiva negli Stati Uniti d’America, che ha di fatto recentemente tagliato le sue previsioni trimestrali sui margini di profitto affermando che, in futuro, dovrà necessariamente offrire nuovi sconti per stimolare la ripresa della domanda. Un annuncio, quello di Target, che di fatto ha inabissato le sue azioni in borsa – facendole calare del 7%.
La catena ha poi spiegato che, oltre a ridurre i prezzi, annullerà anche diversi ordini con i fornitori dando priorità a categorie come beni alimentari e di prima necessità. Dopotutto, non è un segreto che l’aumento dell’inflazione vada a modificare le abitudini e le strategie di acquisto dei consumatori: variazioni così brusche e improvvise, tuttavia, hanno colto alla sprovvista diversi rivenditori come lo stesso Target – che di fatto ha registrato un aumento delle scorte in inventario (e pertanto della merce invenduta) del 43% su base annua.
Restando nell’ambito dei numeri, la società prevede che il margine operativo del secondo trimestre si arenerà intorno al 2% (mentre le stime precedenti lo indicavano sul 5,3%), mentre le stime per la seconda metà dell’anno portano una ripresa con margini intorno al 6%. “Questo è un periodo doloroso per Target” ha commentato a tal proposito l’analista di D.A. Davidson Michael Baker “ma, se prendono le medicine del caso, potranno prepararsi per una seconda metà dell’anno decisamente migliore”.