Stati Uniti: una startup crea la “pelle di pesce” cacciando una specie invasiva

Una startup negli Stati Uniti sta commercializzando della pelle di pesce combattendo contro una specie invasiva.

Stati Uniti: una startup crea la “pelle di pesce” cacciando una specie invasiva

Dalla cosiddetta “pelle di pesce” si ricavano portafogli, cinture e borse, e la si ottiene da una specie invasiva. L’idea arriva dagli Stati Uniti, ed è stata trasformata in concreta realtà da Aarav Chavda e Ronald Salatino, che di fatto hanno fondato una start up con sede in Florida in cui lavorano le pelli, le conciano e le colorano prima di venderle ad altre aziende partner. Ma facciamo un passo indietro: com’è nata l’idea di cacciare dei pesci per procurarsi la loro pelle?

pesca

Chavda è un appassionato di immersioni, e di fatto da anni si immerge al largo della costa della Florida. Al termine di ogni sessione, tuttavia, il 27enne tornava in superficie sempre più di malumore: molte specie di pesci indigeni e le stesse barriere coralline continuavano a scomparire. Una delle ragioni di tale scomparsa è rappresentata dal proliferare del pesce leone, una specie invasiva che in quelle acque non hanno predatori naturali, che di fatto banchettava con le più piccole specie locali divorando circa il 79% della vita marina entro cinque settimane dal loro ingresso nell’ecosistema della barriera corallina. In questo contesto, l’idea di Chavda (fondamentalmente trasformare il pesce leone in portafogli e borse) può aiutare a ristabilire l’equilibrio naturale – tanto che il suo team è stato riconosciuto tra i finalisti della Global Ocean Resilience Innovation Challenge (Oric).

Occorre precisare, inoltre, che la startup in questione non si occupa di cacciare direttamente il pesce leone, ma coinvolge i pescatori locali affinché siano questi ultimi a catturarli. “Molte aree geografiche, in particolare l’area caraibica a basso reddito, non hanno alcun mercato per il pesce leone” ha spiegato Chavda. “Questo pesce, dunque, non solo sta distruggendo le barriere coralline che sostengono il sistema di pesca di queste comunità; ma il perdere tempo a pescarlo non porterebbe alcun guadagno”.