L’inviata di Striscia la Notizia Rosaria Rollo ha rischiato grosso. Ha pensato bene di aggirarsi per le vie di Bari sottoponendo ai ristoratori locali un video, rigorosamente fatto con l’intelligenza artificiale, in cui il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida dava un surreale annuncio: orecchiette e cozze sono denominazioni potenzialmente offensive, e devono cambiare nome.
Un invito che tanto surreale non è sembrato alle vittime dello scherzo, che ci sono tutte ampiamente cascate.
Orecchiette omofobe, cozze sessiste
“Penso alle orecchiette in Puglia e chiedo uno sforzo a tutti i ristoratori per cambiare la denominazione sui menu, perché oggi non si può avere un piatto che possa risultare omofobo”: questa la dichiarazione -ribadiamo, totalmente inventata, del ministro. Gli autori del pluridecennale TG satirico d’altronde sanno bene come funziona: sfruculiare gli italiani su cucina tipica e politically correct, cosa mai potrebbe andare storto?
Rollo mostra il video ai ristoratori della città, e gli sguardi a metà tra il perplesso e l’inferocito tradiscono la volontà di dare risposte non certo adatte alla fascia oraria televisiva della prima serata.
“Non si può usare il termine cozze perché offensivo per le donne e sessista, dobbiamo chiamarle in altro modo più rispettoso”, prosegue il clone AI del ministro.
“Che c’entra? La cozza mica è una cosa brutta da mangiare” sostiene un ristoratore, evidentemente tanto innamorato del bivalve, da considerarlo un complimento. E come cambiare, per esempio, “riso, patate e cozze” per venire incontro all’accorata richiesta del ministro virtuale? Alcuni si rifiutano categoricamente, un intervistato dal piglio più internazionale prova con l’inglese: “le chiamiamo mussels, patate, rice and mussels”, apprezziamo lo sforzo.
“Orecchiette è un termine italiano, significa piccole orecchie, non vedo il nesso con l’omofobia” tuona uno, “educatamente dico che questo signore ha qualche problema, faccia il suo lavoro e non si metta in mezzo nella ristorazione”, consiglia pacatamente un altro.
Svelato lo scherzo, tutti tirano un sospiro sollievo. Siamo però curiosi di vedere le reazioni dei loro colleghi del resto d’Italia quando la scure del finto Lollobrigida di Striscia cadrà su puzzoni, bigoli, zizzone, bastardi e tutto il repertorio gastronomico italiano decisamente non politically correct.