Il Buonappetito – 2017: l’anno nero del tartufo bianco

Il 2017 sembra essere un anno nero per il tartufo bianco. Tutti lo vogliono ma, complice la mancanza di piogge, semplicemente il tartufo bianco non c'è, e quel poco che c'è costa carissimo, tanto che i ristoratori pensano di toglierlo da menu

Il Buonappetito – 2017: l’anno nero del tartufo bianco

Amici, io lo so che è spiacevole e che a farsi latori di brutte notizie si passa per gli antipatici della situazione, ma visto che altri non lo fanno, mi prendo la croce io.

Ve lo devo dire: quest’anno tartufi bianchi d’Alba non ce n’è.

Ce n’è proprio niente. Niente di niente di niente. Il poco che si trova sul mercato o viene dall’estero o sono micro noccioline, entrambi venduti a prezzi assurdi.

ASSURDI.

Non sono un agronomo, ma la motivazione è sotto gli occhi di tutti: fa caldo e non piove. Quando, come si sa, il tartufo ha bisogno di freddo e acqua.

Quindi non ce n’è.

Cosa bisogna fare in questi casi? Bisogna, semplicemente, rassegnarsi. È andata così, stop. Pace.

Il tartufo è una delle poche cose che ancora seguono i cicli della natura e se un anno non viene, non viene, finita lì. Si può sempre sperare nei prossimi mesi: va a sapere, magari arriva il freddo, magari arriva la pioggia.

Ma per ora il mio piccolo consiglio è: lasciate stare.

L’autunno italiano offre un’infinità di prelibatezze, non è difficile trovare alternative. Ieri un cuoco che stimo moltissimo mi ha detto “basta: se continua così lo tolgo dal menu. Tutti lo chiedono, ma se non ce n’è e quel poco non è buono e costa carissimo, non me la sento di proporlo.”

Alla fine il bello del tartufo è anche questo: è selvaggio e bizzoso e ama farsi desiderare. Se adesso non ha voglia di concedersi, non lo stalkerò.

Ma quando sarà pronto, lo sarò anche io, con un piatto di tajarin fumante innanzi a me.