Il Buonappetito: Terra Madre Salone del Gusto 2018, programma prezzi e novità

Terra Madre Salone del Gusto: presentata l'edizione 2018, ecco programma, prezzi e novità

Il Buonappetito: Terra Madre Salone del Gusto 2018, programma prezzi e novità

Oggi è stata presentata la nuova edizione di Terra Madre Salone del Gusto, la più bella manifestazione gastronomica italiana.

Si terrà a Torino dal 20 al 24 settembre, così come ricordano questi produttori legati all’associazione Slow Food che la organizza.

Ci sono parecchie novità: dopo vent’anni al Lingotto Fiere e l’edizione 2016 en plein air, quest’anno si passa all’”ibrido”.

[Salone del Gusto 2018: dove sarà e perché]

Cioè: sia Lingotto Fiere –per la gioia degli espositori, che avranno un pubblico più attento–, sia città, con tanti eventi sparsi, l’enoteca e i food truck nella centrale piazza Castello.

Rivoluzione prezzi: entrare al Lingotto costerà 5 euro, acquistando i biglietti on-line (10 se alle casse).

Il programma, come sempre, è monstre, guardatelo e prenotate, prenotate, prenotate.

Ma se scrivo del Salone del Gusto nel Buonappetito c’è un motivo che va oltre la cronaca. Lo slogan della manifestazione è “Food for change” e la grafica ricorda, con ironia ma nemmeno troppa, quella rivoluzionaria.

Oggi, il lancio del salone (nella sede della Lavazza) è stato affidato a un gruppo di attrici che ha letto la “Dichiarazione di Chengdu” stilata durante il congresso mondiale di Slow Food dell’anno scorso.

Passaggi di questo tenore:

“DICHIARIAMO

Punto due: che il mondo intero è la nostra casa e la dimensione del nostro agire è globale. La nostra rete non conosce confini. Rifiutiamo pertanto qualunque esclusione di carattere politico, economico e sociale che renda fuorilegge le persone che migrano in ragione di conflitti, violenze, discriminazioni, sfratti, povertà, calamità naturali…

[Il giro d’affari per il Salone del Gusto all’aperto è stato di 30 milioni]

Punto quattro: che la diversità è la più grande ricchezza di cui disponiamo come singoli esseri umani e come collettività. Sia essa una diversità genetica, culturale, linguistica, generazionale, sessuale o religiosa.

Punto cinque: che l’iniqua spartizione delle ricchezze e delle opportunità è all’origine di sofferenze e discriminazioni e che per questo va affrontata con coraggio a tutti i livelli decisionali e operativi – a partire dal tema lavoro – per raggiungere una più equa distribuzione tra tutte le donne e gli uomini del nostro pianeta.”

La mia considerazione?

Queste donne e uomini di buona volontà hanno tanto, tanto, tanto da lavorare per diffondere lo “spirito di Chengdu”.

[Crediti | Immagini: Andrea Guermani]