Tonnara di Favignana: una questione politica

Tonnara di Favignana: una questione politica

La Tonnara di Favignana riaprirà sì o no? Purtroppo è tutta una questione politica. Il problema dell’attribuzione delle quote di pesca ha bloccato la riapertura della storica Tonnara, tutto a causa di un decreto firmato da un sottosegretario della Lega, quella stessa Lega che sulla piccola isola ha ottenuto tantissimi voti. Se non si riuscirà a trovare una soluzione accettabile, si rischia di perdere un investimento del valore di 700mila euro. La Tonnara Florio ha chiuso i battenti nel 2007. Tuttavia l’imprenditore Nino Castiglione l’aveva riaperta, salvo comunicare oggi di aver dovuto interrompere le attività di pesca.

Il busillis sta tutto nelle quote: grazie ad esse viene stabilito il quantitativo di pesce che è possibile pescare per ogni specie ittica, fra cui anche il tonno rosso. Le quote vengono decise ogni tre anni e sono regolate dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Tuttavia ogni anno il Ministero pubblica specifici decreti in modo da modificare secondo necessità quanto stabilito. Quando ci fu l’ultima suddivisione, la Tonnara di Favignana non era ancora stata resa nuovamente operativa, per cui sull’isola si attendeva con ansia l’assegnazione delle quote di pesca individuali.

Il D.M. prot. n. 6750 del 17/04/2019 assegnava una quota indivisa alla Tonnara della Nino Castiglione S.r.l. Peccato, però, che il D.M. n.235 del 30/05/2019, firmato dal sottosegretario leghista Franco Manzaro, ha deciso di stravolgere le carte in tavola. Come? Attribuendo una quota individuale di 14.525 tonnellate (su un totale di 29 tonnellate) a due nuove tonnare, una a Favignana e una a Carloforte, in Sardegna.

Ovviamente appena il decreto è stato reso pubblico, ha scatenato l’indignazione degli abitanti di Favignana. Edy Bandiera di Forza Italia, assessore regionale alla pesca, ha chiesto che il decreto venga immediatamente ritirato e modificato. Più dure, invece, le parole di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars e coordinatore di Fi in Sicilia: secondo Micciché “Soltanto un leghista di Oderzo, che dista 50 chilometri dal mare, uno che non sa neanche cosa sia il mare, poteva rendersi protagonista di una distribuzione delle quote tonno a totale svantaggio di Favignana”.

Lo stesso Castiglione è incredulo: la Tonnara di Favignana contava di ottenere 100 tonnellate o, nel caso peggiore, almeno 70. Invece la quota data dal Ministero è di sole 14 tonnellate. Castiglione mette poi in guardia: se la politica intende far sviluppare così il Mezzogiorno, si rischia di chiudere bottega. Il carico si aggrava quando si viene poi a sapere che in Sardegna, grazie al piano 2018-2020, ci sono già tre strutture autorizzata, mentre quella di Favignana è l’unica tonnara della Sicilia. Le tonnare sarde avevano già a disposizione 340 tonnellate di tonno. Adesso Manzaro dovrà mettere una pezza a questo decreto e ipotizza uno scambio di quote che verrebbero cedute dalle stesse tonnare sarde.