Torino: polemiche per il mercato degli agricoltori, troppa gente in piazza

Domenica a Torino Agriflor, un mercato di agricoltori e vivaisti, ha contribuito a portare in piazza un po' troppa gente, e oggi impazzano le polemiche.

Torino: polemiche per il mercato degli agricoltori, troppa gente in piazza

La polemica del giorno, a Torino, riguarda il mercato agricolo Agriflor che si è svolto questa domenica, attirando indubbiamente una discreta quantità di persone per strada.

Le immagini di un’affollata piazza Vittorio, piazza centrale della città, stanno facendo il giro dei social, accompagnate da commenti rabbiosi. Come è possibile qualcosa del genere in zona rossa? Come è possibile autorizzare una manifestazione di piazza mentre bar, ristoranti, teatri e finanche le scuole sono chiuse? Se lo stanno chiedendo in tanti, ma la risposta c’è, ed è abbastanza chiara.

Agriflor nasce infatti come mostra-mercato di florovivaisti, ma in epoca Covid si ripensa e si ridimensiona, diventando sostanzialmente un mercato di agricoltori, che portano i loro prodotti, e di vivaisti, che espongono le loro piante.

Tutto all’aperto, tutto – insistono gli organizzatori – nel pieno rispetto delle normative vigenti. Che in effetti autorizzano i mercati alimentari. Dunque, nonostante le p olemiche, Agriflor si poteva fare, e si è fatto, come avviene periodicamente una domenica al mese da gennaio a questa parte.

Ma, complice la bella giornata di sole, questa volta in piazza c’era probabilmente più gente del solito, in un momento in cui – ricordiamolo – non si dovrebbe uscire di casa se non per comprovate necessità, anche se ci sono mille eccezioni e duemila indicazioni contraddittorie a gettare tutti in confusione.

Dunque le foto hanno inizato a fare il giro del web, accompagnate dall’indignazione dei cittadini. Ma gli organizzatori assicurano che sia stato fatto tutto in totale sicurezza: “abbiamo rispettato tutte le regole”, dicono. “Contingentamento con controllo del numero delle persone che entrano ed escono, controllo della febbre, spazi larghi da un florovivaista e un altro”.