Totò è diventato un marchio registrato: quante pizzerie dovranno cambiare nome?

Totò, nome d'arte di Antonio De Curtis, è diventato un marchio registrato: i ristoranti (pizzerie incluse!) che ne fanno uso dovranno cambiare nome.

Totò è diventato un marchio registrato: quante pizzerie dovranno cambiare nome?

Totò, nome d’arte di Antonio De Curtis, è diventato un marchio registrato. Il che, per farvela breve, significa che ristoranti, pizzerie che propongono tonde dalla crosta rigorosamente alta, sedicenti tavole calde e chi più ne ha più ne metta non potranno più appoggiarsi al suo mito per veicolare quell’idea di verace italianità che immediatamente associamo alla sua figura: e ora, quindi?

La vicenda, al di là del legalese più stretto, è davvero semplice. Nel 2023 il Tribunale di Torino ha fondamentalmente riconosciuto agli eredi di Totò la possibilità di bloccare gli utilizzi clandestini del nome dell’attore e di una sua opera in particolare, la celebre poesia ‘A livella; permettendo dunque loro di imporre a quel fitto mazzo di pizzerie e altri locali di mollare quel bagaglio culturale e artistico che, inevitabilmente, accompagna il celebre attore partenopeo.

La sentenza del giudice

Sono più che eloquenti, in questo senso, le parole pronunciate da Elena De Curtis in una breve intervista rilasciata ai colleghi de Il Mattino: “È una questione di rispetto per mio nonno” ha spiegato l’erede di Totò. “Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine”.

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Ottenuto il pollice in su, se così vogliamo definirlo, dalla legge, gli eredi di Totò non hanno esitato a contattare uno studio legale per recapitare una serie di diffide ai locali “incriminati”. Nel mirino degli avvocati, come accennato in apertura di articolo, c’erano tanto i nomi – Casa Totò, Totò e Peppino, ‘A Livella; giusto per fare un esempio – quanto le immagini, i quadri e le poesie “che tappezzano le pareti, riprodotte su tovagliette di carta, siti web, pagine social”. Tra i primi a essere stati raggiunti dai legali ci sono alcuni esercizi commerciali a Torino, a Latina e a Porto Ascoli.

Vale la pena notare che il Tribunale di Torino ha stabilito una penale di 200 euro per ogni violazione o inosservanza dalla data di notifica dei provvedimenti: molti dei locali “pizzicati”, per così dire, hanno ritenuto opportuno cambiare il proprio nome (così come le relative insegne, siti web, cartoni di asporto e via dicendo) e cancellare ogni altro riferimento a Totò.

Un esempio pratico? La pizzeria A casa di Totò, situata in quel di Torino, ha sospeso tutte le attività finalizzate “alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie richiamanti il nome e l’immagine di Totò, a fronte dell’accertata esistenza sul territorio nazionale di svariate attività che utilizzavano illecitamente la pseudonimo e l’immagine di Antonio De Curtis”.