Tra gli ostaggi di Hamas c’è anche il figlio di una ristoratrice italiana

Tra gli ostaggi di Hamas c'è anche un ragazzo con radici italiane, figlio della proprietaria di un ristorante italiano sul Mar Rosso.

Tra gli ostaggi di Hamas c’è anche il figlio di una ristoratrice italiana

Mentre il fuoco della violenza continua ad ardere tra Israele e Hamas, il mondo si interroga sulla sorte dei numerosi ostaggi finiti nelle mani dell’organizzazione araba. È infatti bene notare che stando a quanto lasciato trapelare gli scontri, le cui matrici affondano profondissime e complicate radici nel decennale conflitto tra lo stato di Israele e le popolazioni palestinesi, potrebbero di fatto portare a una operazione via terra su Gaza da parte delle forze armate israelite.

La lettura degli esperti internazionali in questo senso è dietro gli ostaggi di Hamas ci potrebbe essere il tentativo di spingere Israele ad avviare una operazione di terra che si prospetta come un bagno di sangue. Numeri alla mano, secondo quanto dichiarato – e poi naturalmente riportato dai media israeliani – dall’esponente della fazione Moussa Abu Marzuk si contano al momento cento trenta ostaggi. Tra di questi pare ci sia anche un ragazzo di origini italiane, figlio di una ristoratrice.

Gli ostaggi di Hamas, tra tensione e rabbia

soldati

A notare questo particolare è Toni Capuozzo con un breve post pubblicato sul proprio profilo di Facebook. “Tra gli ostaggi, un ragazzo di lontane ascendenza italiane” si legge nella didascalia che accompagna la foto segnaletica delle persone finite nelle mani di Hamas. “Lo vedete in alto a destra nella foto, con lunghi capelli biondi. Era al festival musicale attaccato da Hamas. Nella didascalia il nome della madre, Natalia, che lo cerca. Natalia ha un ristorante italiano nel Kibbutz Samor, a 20 minuti da Eilat, sul mar Rosso”.

Al momeno la sua sorte, così come quella degli altri ragazzi e ragazze, è un mistero. Come avrete letto il ragazzo in questione si trovava alla cosiddetta Festa della Natura, la festa interrotta dai soldati di Hamas calati dal cielo con deltaplani e parapendii: sul suo destino e su quello degli altri presenti grava un punto interrogativo pesante come un macigno, con la stessa Israele che si trova ad affrontare una crisi interna sfociata nella denuncia, da parte dei parenti degli ostaggi, di essere stati abbandonati dalle autorità.

Nelle ultime ore Netanyahu, fortemente contestato dalla popolazione locale, ha nominato il generale in pensione Gal Hirsch “coordinatore per i prigionieri e i dispersi” con il compito di occuparsi della vicenda con pieni poteri, mentre le forze armate hanno deciso di formare una sorta di task force con l’obiettivo di localizzare e trarre in salvo gli ostaggi. Si rimane a vedere, appoggiati alla vetrina dei social: all’orizzonte, purtroppo, si profila solo violenza.