Treviso, scappa dal ristorante senza pagare e si vanta su Facebook: condannata 7 anni dopo

"Cena al ristorante senza pagare" si vantò su Facebook fa la nostra protagonista. A distanza di 7 anni, però, ecco arrivare la condanna.

Treviso, scappa dal ristorante senza pagare e si vanta su Facebook: condannata 7 anni dopo

Una bella cena di pesce per festeggiare il compleanno diventa ancora più gustosa quando è il proprietario del locale a offrirla. Peccato che, in questo caso, non si sia trattato di un moto di improvvisa generosità, ma di una crudele conseguenza delle circostanze: era l’ormai lontano 2015 quando una 34enne decise di festeggiare il suo compleanno in compagnia di un amico cenando in un ristorante in quel di Montebelluna, in provincia di Treviso. Cena apparentemente squisita, ogni portata – come ormai di rito – è prontamente immortalata e dopodiché pubblicata su Facebook. Al momento di pagare il conto – circa un centinaio di euro, secondo quanto trapelato -, però, i due hanno temporeggiato e deciso di uscire un attimo per andare a fumare una sigaretta.

portafoglio

Difficile dirlo se l’idea di fuggire senza pagare venne partorita proprio allora, tra un tiro di sigaretta e l’altro, o se invece fosse stata premeditata già prima di partire di casa: fatto sta che i due hanno abilmente fatto perdere le proprie tracce, lasciando ovviamente il conto da saldare. A distanza di qualche mese, tuttavia, gli eventi di quella serata tornarono di attualità: alcuni dipendenti del locale, navigando su internet, riconoscono alcune foto del locale scattate – per una malizia del destino – proprio dalla nostra Arsenio Lupin. “Buon compleanno” si legge nella didascalia che accompagnava le foto “cena di pesce al ristorante senza pagare”.

Lo staff ha dunque provveduto a contattare la donna affinché saldasse il conto ma lei ha semplicemente ignorato i messaggi. Il titolare, a questo punto, ha deciso di querelare la nostra protagonista, innescando un processo che si è protratto per ben sette anni e che, solo di recente, si è concluso con la condanna a quattro mesi di reclusione e 300 euro di multa per il reato di insolvenza fraudolenta.