Tunisia, gli scaffali dei supermercati sono vuoti: mancano anche i prodotti di base

Gli scaffali dei supermercati in Tunisia sono vuoti, e alla crisi economica si aggiunge un'altrettanto grave crisi democratica.

Tunisia, gli scaffali dei supermercati sono vuoti: mancano anche i prodotti di base

La visione degli scaffali completamente vuoti nei supermercati è particolarmente spettrale: sta a rappresentare una condizione di particolare vulnerabilità resa ancora più severa dalla mancanza dei prodotti più comune come lo zucchero, il pane, l’acqua in bottiglia o la pasta. È questo il caso della Tunisia, Paese sconvolto da una violenta crisi economica che ha visto il tasso di inflazione raggiungere l’8,6%, il valore più alto degli ultimi trent’anni. Tradizionalmente dipendente dalle derrate di grano ucraino, la Tunisia è rimasta schiacciata dalle conseguenze della guerra e dagli aumenti dei costi del petrolio o delle materie prime; tanto che gli aiuti ricevuti dalla Banca Mondiale e della Banca Europea hanno rapidamente assunto i connotati di una secchiata d’acqua versata a domare un incendio devastante.

grano

Un contesto che spiega anche i picchi del flusso migratorio: i reporter di Reuters segnalano un aumento del 23% del numero di migranti tunisini giunti sulle coste italiane nei primi otto mesi del 2022; anche se gli esperti spiegano che a spingere la gente a fuggire non è soltanto la morsa della crisi economica, ma anche una profonda crisi democratica che sta strangolando le libertà dei cittadini. Il presidente tunisino Kais Saied, eletto nel 2019, ha portato avanti delle politiche di accentramento del potere nelle sue mani; determinando una definitiva svolta autocratica nel luglio del 2022 grazie a un referendum. Il timore, dunque, è che l’attuale situazione possa sfociare in un autunno di rabbia e proteste: il clima è teso e le strade di Tunisi sono agitate da contestazioni notturne e manifestazioni.