Tunisia, le proteste degli agricoltori portano a un aumento dei prezzi dei beni alimentari

Le proteste degli agricoltori in Tunisia hanno portato a un aumento dei prezzi dei beni alimentari, in modo da garantire un profitto.

Tunisia, le proteste degli agricoltori portano a un aumento dei prezzi dei beni alimentari

Dopo una serie di accese proteste da arte degli agricoltori locali dovute all’incremento dei costi dell’orzo per i mangimi e delle risorse energetiche, il ministro dell’agricoltura della Tunisia ha annunciato un aumento dei prezzi di alcuni beni alimentari tra cui latte, uova e pollame. Proteste che, di fatto, sono state innescate dalla politica di rincari applicata dal governo attualmente in auge, che prevede un aumento non inferiore al 3% dei prezzi del carburante per ogni mese del 2022.

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Negli ultimi due giorni gli agricoltori di tutto il Paese hanno tentato di far sentire la propria voce occupando alcune delle strade principali o versando latte (un po’ come facevano dalle nostre parti i pastori sardi, per intenderci) e minacciando di interrompere la produzione di beni alimentari. A tal proposito, il  ministro dell’Agricoltura Mahmoud Elyess Hamza ha annunciato una revisione dei prezzi di uova, pollame e latte per “garantire il margine di profitto ai produttori”.

“Il consumatore tunisino deve sostenere l’agricoltore tunisino, perché l’agricoltore è un pilastro della sicurezza alimentare tunisina in questa delicata situazione in tutto il mondo” ha spiegato il ministro. La Tunisia si trova in una profonda crisi finanziaria causata prima dall’imperversare della pandemia, che ha spinto il governo ad attuare misure di sicurezza sociale, e poi dalla batosta rappresentata dall’aumento dei prezzi globali del grano innescato dalla guerra in Ucraina.