“Tutti chef”: Maccio Capatonda sfotte l’ossessione per il cibo

Molestare una studentessa è grave, ma lo è ancora di più profanare la carbonara. Il trailer di Maccio Capatonda, "Tutti chef", ironizza pesantemente sull'Italia ai fornelli.

“Tutti chef”: Maccio Capatonda sfotte l’ossessione per il cibo

Sono un ottimo cuoco, ti faccio una carbonara“. Ecco come comincia il corto di Maccio Capatonda (comico e attore, all’anagrafe Marcello Macchia), in cui interpreta uno stimato professore che finisce tuttavia in uno scandalo terribile legato a una studentessa. Il finale è una sorpresa, perché la reputazione del professore non è minata a causa di molestie o simile bensì per aver cucinato alla giovane una versione profana della celebre pasta.

Ecco che emerge tutta la potenza di quell’Italia feroce e superba quando è ai fornelli. Denuncia il fatto che ormai si considerano “Tutti chef” (ed è anche il titolo della ripresa), e sfotte l’ossessione per il cibo da parte di coloro che ti mettono alla gogna se osi cambiare una ricetta sacra. Pubblicato sulla propria pagina Instagram ma visibile anche su Tv8 nel contesto del Gialappa Show, il video in modalità trailer (marchio di fabbrica di Maccio) sta avendo grande successo.

Sbagliare la carbonara è come molestare una donna

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La comicità di Maccio Capatonda è greve almeno quanto quella di Fantozzi: fa ridere, certo, ma cela anche molta amarezza. L’amarezza in questo caso è relativa alla sproporzione con cui spesso gli italiani giudicano un errore culinario, quando si parla di ricette della tradizione. In questo caso, la trama inizia con la cena a base di carbonara e il professore accusato e perseguitato da tutti (accademici, genitori, studenti) subito dopo: “avevi promesso che non lo avresti più rifatto… con una tua allieva!” – gli dice la compagna – “non l’ho fatto, non è successo, è una ragazzina che sta cercando di screditarmi. io non l’ho toccata!“. O il padre della ragazza: “mia figlia è traumatizzata, non mangia più” e gli studenti che gli spaccano il vetro con una pietra e urlano “lo sappiamo quello che hai fatto, ti conviene cambiare città!“.

 

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Per tutto il trailer sembra che le accuse riguardino le molestie sulla studentessa, dalle quali il professore tenta di difendersi inutilmente. Alla fine, accerchiato da chi lo sta accusando ferocemente e con disprezzo, dopo tanto negare ammette la verità – sfiancato: “e va bene, sì, ho usato la pancetta nella carbonara!“. Una vergogna, un abuso, da negare a tutti i costi, da risolvere solamente fuggendo dalla città. Un mea culpa che nemmeno i veri molestatori esercitano mai.

Adesso vogliono la carbocrema

Il professore, dopo l’ammissione, cerca di giustificarsi: “E voi avete la coscienza pulita? Voi che fino all’altro ieri mangiavate il tonno dalla scatoletta. Che La pasta con la sottiletta. Tutti chef siete diventati… tutti chef!“. Ed ecco qui la morale: ci sentiamo tutti chef e tutti giudici come se vivessimo in MasterChef dalla colazione allo spuntino dopo cena.

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Soprattutto, come se le ricette fossero scolpite sulle pietre dei Dieci Comandamenti: le ricette sono evoluzione storica e sociale, nella maggior parte dei casi non nascono come le conosciamo oggi. La carbonara ne è un esempio emblematico e Maccio Capotonda lo sa bene: “e poi negli anni Ottanta la carbonara si faceva con l’uovo a frittata! Adesso vogliono la CARBOCREMAA!“. Geniale e verissimo: se solo conosceste la verità su questa pasta su cui tanto vi accanite…