Uganda, il verme dell’esercito divora i raccolti: colpa dei cambiamenti climatici

L'Uganda è un importante produttore di mais ed esporta gran parte della sua produzione nei paesi vicini, tra cui il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo e il Kenya.

Uganda, il verme dell’esercito divora i raccolti: colpa dei cambiamenti climatici

Il governo dell’Uganda ha dichiarato nei giorni scorsi un ampio utilizzo di pesticidi per combattere un focolaio di verme dell’esercito, che ha devastato i raccolti di cereali in 35 distretti del Paese.

L’Uganda è un importante produttore di mais ed esporta gran parte della sua produzione nei paesi vicini, tra cui il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo e il Kenya. La causa di questa invasione sarebbe da imputare ai cambiamenti climatici: le piogge ritardate in molte parti del Paese hanno infatti allungato i tempi della semine, il che significa che la maggior parte dei raccolti sono ancora “giovani” e quindi più sensibili all’attacco dei vermi dell’esercito.

L’Uganda ha già sofferto in passato di quest parassita, che diventa una falena. Il suo nome deriva dal fatto che marcia attraverso il paesaggio in grandi gruppi quando è ancora un bruco, banchettando con le giovani piante e spazzando via interi campi.

mais

“La gravità e l’entità dei focolai sono aumentate a causa di lunghi periodi di siccità seguiti da temporali di inizio stagione che facilitano la migrazione delle falene”, ha affermato il ministero dell’Agricoltura in una nota.

Finora i distretti in cui sono stati individuati i vermi si trovano principalmente nell’est, nel centro e nel nord dell’Uganda – ha affermato il ministero – e hanno colpite colture come mais, miglio, sorgo e i pascoli.

Originario delle Americhe, il verme dell’esercito è stato rilevato per la prima volta nell’Africa centrale e occidentale all’inizio del 2016 e nel giro di due anni si è diffuso in quasi tutta l’Africa subsahariana, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).