Umbria, quante difficoltà per l’olivicoltura: dopo la siccità ecco la mosca olearia

Il mondo dell'olivicoltura in Umbria è in grande difficoltà: dopo i cali produttivi determinati dalla siccità ecco il rischio della mosca olearia.

Umbria, quante difficoltà per l’olivicoltura: dopo la siccità ecco la mosca olearia

Grande affanno per il mondo dell’olivicoltura in Umbria: dopo gli ingenti cali produttivi determinati dalla morsa della siccità, che per tutta l’estate ha colpito impietosa gli uliveti di tutta Italia, gli agricoltori locali lanciano l’allarme per un nuova emergenza – il rischio di infestazione da parte della mosca olearia. Attenzione, però, perché di fatto i problemi di questo particolare comparto non finiscono certo qui: stando ai rapporti della divisione regionale di Confagricoltura, infatti, occorre anche tenere conto della mancanza di manodopera da impiegare nella raccolta – una carenza che echeggia per tutta l’Italia, di fatto -, del caro bollette e dei più recenti rincari ai prezzi delle materie prime.

olive ulivi olio d'oliva

In altre parole, gli associati di Confagricoltura non sanno che pesci pigliare, e si rivolgono all’associazione nella speranza di trovare risposte concrete ai propri timori. Le autorità del settore, tuttavia, non vogliono imputare i cali produttivi in questione alla mera straordinarietà degli eventi meteorologici, ma anche ai gravi deficit strutturali delle coltivazioni sul territorio umbro.

“Siamo molto preoccupati per lo stato attuale delle cose e di come manchino segnali di sviluppo” ha commentato a tal proposito Fabio Rossi, presidente di Confagricoltura Umbria. “Come associazione dobbiamo guardare avanti, la crisi energetica e i costi insostenibili, possono dare il colpo di grazia a un settore che lamenta un vero e proprio deficit strutturale che impedisce a chi vuole o può, di lavorare meglio; è l’oliveto umbro che ha bisogno di aiuto. Confidiamo in una celere applicazione del Progetto speciale per il settore olivicolo oleario, avviato dalla Regione da oltre tre anni, per non perdere anche l’ultima annata”.