Francesco Vaia, ex direttore generale della prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute, ce lo immaginiamo intento a godersi una serena pausa tra una tappa e l’altra delle vacanze, quando un cartello attira la sua attenzione in Autogrill. “Lo sapevi che nelle aree di servizio vengono venduti più panini che nei fast-food di New York?”, recita. Non avessero mai esposto questa pubblicità. All’Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità (sempre Vaia) il messaggio non va giù, così si scaglia contro Autogrill in un lungo post affidato ai social. Ecco cosa ci ha visto di sbagliato.
Meno fast-food, più dieta mediterranea
Il cartello pubblicitario di Autogrill rischia di indurre le persone a consumare cibo spazzatura. Questa l’opinione che Francesco Vaia condivide sulle piattaforme social, invitando l’azienda a rimuovere il poster e ripensare la sua comunicazione. E mentre l’agenzia pubblicitaria che segue il colosso della pausa autostradale si starà se e come rimediare all’inveniente, l’ex direttore generale della prevenzione sanitaria spiega per bene il suo punto:
“Se per “panini” intendiamo quelli fatti con pomodoro fresco, olio extravergine di oliva e latticini altrettanto freschi, allora possiamo essere d’accordo: ben venga la valorizzazione della nostra italianissima tradizione mediterranea! Ma, diciamocelo, in un’autostrada, tra un viaggio e l’altro, senza un’attenta valutazione vi è il rischio più che concreto che quei panini siano tutt’altro: ultraprocessati, pieni di grassi, zuccheri e sale, molto più “fast food” americano che dieta mediterranea”.
A detta dell’esperto, quindi, Autogrill ha preso le cose un po’ alla leggera e avrebbe potuto “fare di meglio”. Certo, il messaggio lascia spazio all’interpretazione; come dice il nostro, potrebbe riferirsi a prodotti di un certo tipo, o di tutt’altra categoria. Ma se la memoria non ci inganna e ricordiamo bene dalla nostra ultima sosta in area di servizio, in linea di massima i panini di Autogrill assomigliano più a quanto auspicato da Vaia che a un hamburger americano, con pane “vero”, pomodoro, mozzarella e, va bene, qualche salume. E ora, come reagirà il re della gastronomia autostradale alla critica?