Un politico australiano è finito nei pasticci per una lattina di birra

Nick Dametto, politico australiano, rischia di dover pagare oltre 30 mila euro di multa. Il suo crimine? Aver bevuto una birra in lattina un po' troppo alcolica.

Un politico australiano è finito nei pasticci per una lattina di birra

Nick Dametto è membro dell’Assemblea legislativa del Queensland, Australia, e vice-leader del KAP, partito populista agrario; ma non è grazie al proprio acume politico che nelle ultime ore ha conquistato l’alloro della cronaca. Il nostro, infatti, rischia di dover pagare oltre 30 mila euro di multa per aver bevuto una birra in lattina.

Il palcoscenico, ancora una volta, è la vetrina dei social. Dametto stava visitando l’isola di Curacoa, incastonata nell’arcipelago delle Palm Islands al largo del Queensland, in compagnia di alcuni amici: l’occasione era matura per condividere qualche scatto più o meno goliardico su Facebook. Peccato che non tutti – leggere: la legge locale – siano d’accordo.

La legge sugli alcolici e i commenti di Dametto

birra

In poche frasi: agli investigatori internettiani (e alle forze dell’ordine) non è sfuggito che la birra tra le grinfie del nostro protagonista ha un tenore alcolico del 4,2%. Nelle Palm Island è in vigore una legge che proibisce il consumo di bevande alcoliche “ad alta gradazione”. Per essere considerata “ad alta gradazione”, una bevanda deve avere un tenore superiore al 4%. I numeri, ahinoi, non mentono.

Per una sbronza Asahi licenzia il celebre attore volto della sua birra analcolica Per una sbronza Asahi licenzia il celebre attore volto della sua birra analcolica

Il dado è tratto, insomma; e come tutti gli abitanti delle praterie virtuali sanno bene quel che finisce su internet rimane lì per sempre. Dametto rischia di dover pagare una multa da circa 33 mila euro, ma ha già messo le mani avanti e spiegato che avrebbe accettato “qualsiasi forma di punizione”. Nella stessa dichiarazione, però, ha poi sottolineato che una punizione troppo severa per un reato del genere sarebbe paragonabile a “cercare di crocifiggere qualcuno a Pasqua”.

“Eravamo lì solo con una piccola quantità di alcol e cibo sufficiente per sopravvivere per un paio d’ore” ha spiegato il nostro, anche se non è chiaro se la questione della sopravvivenza fosse legata alle magre riserve di cibo o alla poca birra. E in ogni caso, ha continuato, il divieto non era ben comunicato: “Capisco perché alcuni si siano arrabbiati per questo, ma, allo stesso tempo, ci dovrebbe essere più segnaletica sulle isole”. Caspita, sono gli stessi commenti che fa mia madre quando entra per sbaglio in una ZTL.