Un’azienda italiana ha seriamente provato a registrare un “Nero Champagne”

Un'agenzia di marketing ha provato a registrare un "suo" Champagne, distorcendone il nome in maniera curiosa, con i risultati che ci si poteva aspettare.

Un’azienda italiana ha seriamente provato a registrare un “Nero Champagne”

Nero Lifestyle è un’agenzia di marketing e comunicazione con sede a La Spezia specializzata nel settore del lusso. Si rivolgono, a detta loro, “a un pubblico d’élite, gli High Net Worth Individuals, che ricerca autenticità e qualità senza compromessi”, per i quali collaborano con hotel di lusso, organizzano eventi e così via.

Cosa poteva mancare a un brand così sfarzoso, per comunicare ulteriore classe ed esclusività? Ovviamente un marchio di Champagne, progetto in cui l’agenzia si è puntualmente buttata nel 2019, presentando all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) una domanda di registrazione del marchio denominativo “Nero Champagne”, suscitando prevedibili perplessità da parte degli enti competenti francesi. È di pochissimi giorni fa la notizia che la richiesta di registrazione è stata respinta.

Cos’è successo

champagne

Ad opporsi alla decisione iniziale dell’EUIPO sono stati il Comité interprofessionnel du vin de Champagne e l’Institut national de l’origine et de la qualité, secondo i quali il marchio “Nero Champagne” approfitterebbe abusivamente della notorietà della DOP (registrata nel 1973) del celebre vino spumante francese.

Va chiarito che l’utilizzo di una denominazione di origine all’interno di un marchio non è vietata di per sé, la sua registrazione può però essere rifiutata qualora la DOP non sia conforme al disciplinare del prodotto in questione, o se il suo uso sfrutti la notorietà di una DOP o qualora nel caso in cui il marchio richiesto veicoli un’indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza o all’origine del prodotto.

Una presunzione di legittimità ritenuta valida nella prima decisione dell’Ufficio per la proprietà intellettuale, poi ribaltata dal Tribunale dell’Unione europea che ritiene possa essere superata con prove concrete.

Cosa pensa il Comité Champagne dello Champagne griffato Davide Lacerenza? Cosa pensa il Comité Champagne dello Champagne griffato Davide Lacerenza?

Oltre a questo, pure il nome stesso dell’agenzia ha contribuito alla sentenza: secondo il tribunale infatti, il termine «nero» potrebbe essere percepito dal consumatore come evocativo del vitigno dello champagne o del suo colore, insinuando un’informazione ingannevole, oltre che percepito nel senso cromatico, suggerendo che esista anche uno “Champagne nero” oltre a quello bianco e rosato, previsti dalla DOP.

E fin qui la giurisprudenza, e la corretta attività degli enti di controllo. Una domanda però ce la siamo posta da quando abbiamo recepito il comunicato sulla vicenda diffuso da Fondazione Qualivita: davvero questi di Nero Lifestyle, che già hanno in catalogo due Champagne (non destinati alla vendita, immaginiamo servano per i loro eventi di lusso) denominati “Cuvée Croisade” e “Rose de Damas” pensavamo di potersi intitolare uno Champagne senza suscitare le ire del Comité interprofessionnel du vin de Champagne e l’Institut national de l’origine et de la qualité? Peccato per gli “High Net Worth Individuals” coinvolti nei loro eventi esclusivi, che si dovranno accontentare di uno Champagne private label.