Uova a peso d’oro negli Stati Uniti: gli agricoltori accusano le aziende produttrici

I prezzi delle uova negli Stati Uniti sono saliti alle stelle, ma qualcuno sospetta che ci sia lo zampino delle aziende produttrici.

Uova a peso d’oro negli Stati Uniti: gli agricoltori accusano le aziende produttrici

Vi spieghiamo la situazione in poche – pochissime, promesso – parole: gli Stati Uniti sono alle prese con un’epidemia di influenza aviaria da record (un po’ come tutto il resto del mondo, a dire la verità), gli abbattimenti di polli sono all’ordine del giorno, c’è una carenza di uova, il prezzo delle uova sale alle stelle. Tutto chiaro, no? Certo, il discorso fila perfettamente: da che mondo e mondo quando una risorsa diventa meno disponibile il suo valore tende a salire. Gli aumenti in quel d’Oltreoceano, tuttavia, sembrano un po’ troppo sospetti – tanto che un gruppo di agricoltori chiamato Farm Action ha chiesto alla Federal Trade Commission (FTC) di prendere in esame i prezzi attuali alla ricerca di un abuso di potere da parte delle aziende produttrici.

L’accusa degli agricoltori

polli influenza aviaria

La tesi portata avanti dagli agricoltori, in realtà, è molto semplice: le aziende produttrici starebbero “facendo cartello” per fissare i prezzi e mantenerli alti, approfittando naturalmente dell’emergenza sanitaria che sta stravolgendo il settore, in modo da massimizzare i profitti. Lo ripetiamo – l’epidemia di aviaria in corso è grave, la più grave di sempre a dirla tutta, e lo stesso Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) l’ha indicata come causa dei prezzi delle uova, che hanno messo una crescita del 138% su base annua; ma Farm Action sospetta che sotto sotto ci sia un accordo delle aziende per portare a casa profitti da record.

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Prendiamo l’esempio di Cal-Maine Foods, che controlla il 20% del mercato delle uova nella vendita al dettaglio: le vendite trimestrali indicano un’impennata del 110% e i profitti lordi sono addirittura cresciuti del 600% rispetto all’anno fiscale precedente, e in tutto questo l’azienda non ha mai segnalato positività all’aviaria nei suoi numerosi allevamenti.

Di nuovo – la presenza dell’aviaria e le sue conseguenze sulla disponibilità di uova sono ben documentate. Nel solo contesto statunitense la produzione è calata del 5% e le scorte sono diminuite del 29% su base annua: cali significativi, ma che secondo Basel Musharbash, avvocato di Farm Action, non sono sufficienti a spiegare un tale aumento dei prezzi. “Vogliamo che la FTC intervenga e che veda se i consumatori stanno venendo truffati” ha spiegato l’avvocato.

Cal-Maine si è difesa impugnando ancora la carta dell’epidemia, e sostenendo che un altro elemento determinante nell’aumento dei prezzi è stato l’incremento dei costi di produzione. Una tesi che trova il sostegno anche dell’American Egg Board, che ha affermato in una dichiarazione che i prezzi delle uova riflettono una complessa varietà di fattori.