USA, sei Master Sommelier potrebbero perdere il titolo per accuse di molestie sessuali

Sei Master Sommelier sono stati espulsi dall'organizzazione a causa di numerose segnalazioni di abusi e molestie sessuali.

USA, sei Master Sommelier potrebbero perdere il titolo per accuse di molestie sessuali

Lo scorso novembre sul New York Times è apparsa la testimonianza di 21 donne che accusavano si aver subito molestie e altri abusi di natura sessuale da parte di alcuni membri della Corte dei Master Sommelier, che negli USA ha il potere di conferire l’omonimo (e prestigioso) titolo agli esperti di vino.

La Corte ha dunque investigato le varie vicende, e ha collaborato con RALIANCE (un’organizzazione dedicata a porre fine alla violenza sessuale) per esaminarne i risultati. Già all’epoca dell’articolo sul Times la Corte aveva sospeso sette dei suoi membri, compreso il co-fondatore Fred Dame, e ora ha annunciato l’espulsione di altri sei. Questi ultimi – Bob Bath, Fred Dame, Fred Dexheimer, Drew Hendricks, Joseph Linder e Matt Stamp – avranno 30 giorni per appellarsi alla decisione, o sarà loro vietato di partecipare a qualsiasi attività futura dell’organizzazione e di fregiarsi del titolo di Master Sommelier.

Sommelier - Duomo di Ciccio Sultano

“Questa resa dei conti nel nostro settore e nella nostra organizzazione è stata incredibilmente dolorosa, soprattutto per i sopravvissuti che si sono sentiti insicuri o compromessi da coloro di cui si fidavano”, ha dichiarato Emily Wines, presidente del consiglio di amministrazione. “Da questa profonda delusione e tradimento, continueremo a incanalare le lezioni apprese nella crescita e nel cambiamento positivo per la nostra organizzazione”. L’impegno è dunque quello di fornire supporto alle vittime e implementare percorsi di formazione obbligatorie sulle molestie sessuali e nuove linee guida per il tutoraggio, dato che molte delle accuse riguardavano uomini che abusavano del loro status di mentori. Saranno inoltre introdotte 100 borse di studio messe a disposizione di donne, BIPOC e candidati LGBTQ+.

Un cambiamento nobile ma, a onor del vero, non tutto è oro quel che luccica. Liz Dowty Mitchell, una delle donne che ha avuto il coraggio di rendere pubblici gli abusi e di partecipare nell’indagine pubblicata sul NYT, sostiene infatti che la Corte fosse perfettamente a conoscenza delle pratiche più viscide dei propri membri: “L’unica conseguenza che in precedenza il CMS (Court of Master Sommeliers, ndr) aveva imposto a questi Master alla luce delle accuse è stata quella di non consentire loro di esaminare specificamente le donne in questione”, scrisse Mitchell nel 2020. “Ciò dimostra che il CMS era BEN CONSAPEVOLE di queste accuse e della portata del problema, ma ha scelto di non affrontarle mai nel modo appropriato. Questa negligenza non ha lasciato a noi vittime altra scelta che farci avanti pubblicamente”.