Vino: litigi e spaccature nel consorzio dei produttori piemontesi

Il Piemonte Land of Wine perde un presidente e due consorzi, quello del Barolo e Barbaresco e quello del Roero, in un fine anno turbolento.

Vino: litigi e spaccature nel consorzio dei produttori piemontesi

Si chiama Piemonte Land of Wine, ed era il progetto di un grande consorzio nato nel 2011 per tutelare tutto il vino piemontese. Al suo interno, c’erano infatti 13 consorzi piemontesi diversi, che unendosi volevano raggiungere l’intento di promuoversi con più forza nel mercato nazionale e internazionale del vino, facendo rete. E invece no. Perché fare rete, si sa, non è facile, e il progetto di Piemonte Land of Wine è in bilico di fronte a un terremoto.

Barolo Collina Rionda Bruno Giacosa

A fine anno, infatti, l’ormai ex presidente Matteo Ascheri (anche a capo del Consorzio Barolo e Barbaresco) se n’è andato sbattendo la porta e dichiarando che, nonostante le buone intenzioni iniziali, i vari consorzi presenti non hanno camminato insieme: “Per andare avanti ci vogliono dialogo, proposte e controproposte, voglia di fare insieme. Ho deciso di dimettermi perché senza queste prerogative non si poteva continuare a lavorare per il mondo del vino in modo competitivo”.

Così, dopo il suo addio, il Piemonte Land of Wine non ha perso solo un presidente, ma anche due consorzi: hanno infatti seguito la decisione di Matteo Ascheri il Consorzio Barolo e Barbaresco e il Consorzio del Roero, che hanno reso noto che metteranno in vendita le loro quote. “E non saranno le uniche ad aver preso questa decisione”, avvisa Ascheri.