Yuka: l’app per l’etichetta Nutriscore (che l’Italia non vuole)

Mentre l'Italia - Coldiretti su tutti - non vuole l'etichetta a semaforo Nutriscore, nel nostro Paese sta per arrivare Yuka, un'app che utilizza proprio il controverso sistema di valutazione degli alimenti nato in Francia e da poco arrivato in Germania.

Yuka: l’app per l’etichetta Nutriscore (che l’Italia non vuole)

Mentre l’Italia – Coldiretti su tutti – non vuole l’etichetta a semaforo Nutriscore, nel nostro Paese sta per arrivare Yuka, un’app che utilizza proprio il controverso sistema di valutazione degli alimenti nato in Francia e da poco arrivato in Germania.

Al momento Yuka è già stato scaricato da 18 milioni di persone tra Canada, Stati Uniti ed Europa e, tra poche settimane come annunciato da Great Italian food trade, sarà disponibile anche sugli smartphone degli utenti italiani.

Come funziona? L’app Yuka valuta gli alimenti (e i cosmetici) semplicemente leggendo – tramite la fotocamera dello smartphone – il codice a barre del prodotto o digitandone il nome. A questo punto Yuka analizza i contenuti nutrizionali dell’alimento basandosi su un sistema studiato dall’Agenzia nazionale francese per la salute pubblica.

Quindi, ogni 100 grammi di prodotto vengono calcolate la presenza e la quantità di sale, zuccheri, calorie, grassi saturi, proteine, quantità di frutta e verdura e restituisce uno dei colori: verde (in due tonalità), giallo, arancione (in due tonalità) o rosso. Il risultato, che è un punteggio, viene condizionato da altri due parametri: gli additivi, che incidono per il 30% sul “voto” finale, e la presenza di ingredienti biologici che incide per il 10%.

Nel frattempo, è di pochi giorni fa la notizia che è nata una vera e propria “alleanza” europea contro l’etichetta Nutriscore a semaforo per gli alimenti. A promuovere l’iniziativa il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova che ha presentato al Consiglio dei Ministri Agricoli un documento assieme ad altri sei Paesi (Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lettonia e Romania) sui limiti dell’etichetta Nutriscore.

FONTE: Great Italian Food Trade