Gusto 19 a Pomezia, recensione: una pizzeria promettente sul litorale romano

Recensione di Gusto 19 a Torvaianica (Pomezia), pizzeria che si distingue sul litorale romano. Ecco perché: il menu, i prezzi, le foto, le nostre opinioni e tutto quel che vi serve sapere per spingervi fino a lì.

Gusto 19 a Pomezia, recensione: una pizzeria promettente sul litorale romano

Nonostante Tripadvisor, ho “scoperto” una buona pizzeria sul litorale romano – pontino, Gusto 19 (Pomezia, RM), valido motivo per uscire dal Raccordo Anulare e, addirittura, andare fino a Torvaianica. Prima di partire con questa recensione, siano chiare un paio di cose.

Sapete cosa significa passare settimane al mare: reggaeton, scottature e mangiare male. Il litorale, non importa quanto patinato, diventa in quota turistica un coacervo di piatti surgelati, gamberoni dell’Oceano Indiano cucinati a pene canino, raffazzonate trattorie di pesce, gelati a base di carragenine, bombe alla crema radioattive e basi-pizza pronte spacciate dai ristoratori, con la faccia di tolla e cernia lessa, per preparazione artigianale. Questo è particolarmente vero in alcune aree costiere particolarmente vocate al turismo di massa: dove “massa” è la parola chiave, la quantità dei pasti serviti (a prezzi maggiorati, perfino) è unica missione, la qualità alla quale aspirare si riduce al minimo denominatore del non rimanere intossicati mentre si cena vista spiaggia.

Il litorale romano non fa eccezione: nel suo essere stoicamente fisso da qualche parte tra gli anni Settanta e i primi Novanta, con le buche profondissime sull’asfalto, i nomi dei lidi e dei locali evocativi di paradisi tropicali, i séparé di canne, le facciate scrostate di stucco bianco, le spiagge brutte e gli onniscienti pini è poetico; specialmente nel tratto che va verso Latina (Pomezia, Ardea, e fino ad Anzio e Nettuno). Corollario della poesia turistica dei tempi che furono, inevitabile, è: se si va a mangiare fuori, nel 90% dei casi si prende una sòla sonora.

Eppure per chi è abituato ad uscire per cena, quando la voglia prende, è impossibile resistere… E animati dall’ottimismo del talent scout non si rinuncia a sognare di scoprire la perla nascosta in una marea di scarti.

Così una sera, trovandomi in zona marina e colto dalla voglia, ho fatto ciò che farebbe chiunque: cercare “MIGLIORI PIZZERIE ARDEA” su Tripadvisor per vedere cosa offre la zona. Scavalco il primo posto – occupato da una qualche pizza al taglio – poi il secondo, il terzo: e scavalco ancora, e ancora, scorrendo fino alla sedicesima posizione, superando obbrobri che mettevano arsura notturna al solo guardare le foto, prima di trovare qualcosa di diverso.

Spunta “Gusto 19”, cornicioni gonfi e maculatura a pelle di leopardo. Sperando questi non nascondano dietro l’aspetto invitante impasti indigeribili, doppi panetti e anime crude, prenoto… D’altra parte, l’alternativa sarebbe la soletta-cracker coi pelati acidi, divorata col magone e i sensi di colpa in qualche stabilimento diroccato. E allora andiamo.

Il locale

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Inaugurato nel 2019, come agevolmente intuibile dal nome (no, pur nell’indiscutibile carenza di fantasia, il numero NON È il civico dell’indirizzo), Gusto19 è una pizzeria e ristorante affacciata, col suo terrazzino, lungo il Belvedere di Torvajanica (il comune è Pomezia).

La sala è deserta, tutti vogliono ovviamente cenare all’esterno: il dehors è animato e popolato, le voci dei commensali si mischiano al cicaleccio dei passanti, delle famiglie, dei cagnolini sul lungomare. I tavolini sono semplici e ben distanziati. C’è un piacevole lucore da festa di paese che ammanta il momento.

Il menu

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Il menu è diviso in due metà: quella dedicata al ristorante senza particolari spunti, tra linguine allo scoglio, impepate di cozze, fritture di calamari ed orate alla griglia; impaginata con un’abbondanza di WordArt che precipita nel ’96 e ricca di asterischi per prodotti surgelati… La tralasceremo per intero. La sezione dedicata alla pizza, invece, è ricca di fotomontaggi con fette di pizza dalle alveolature spinte adagiate su sedie sdraio, tipografie curate, accostamenti di topping audaci e nomi divertenti che alludono agli ingredienti calandoli in un’atmosfera trasognata. Dal primo momento, l’impostazione grafica e la denominazione “Il capretto e il maialino” fanno pensare a un celebre “maialino nel bosco”; rendendo chiara quale sia la fonte d’ispirazione primaria del comparto pizza (sì, ancora una volta, Pier Daniele Seu).

L’offerta pizzaria è suddivisa tra “Classiche” (5-10 euro) e “Gourmet” (10-14 euro), con una tendenza all’onestà davvero notevole se si considera la media di Roma e dintorni – la Margherita viene via a 6, la media delle preparazioni più elaborate è sui 12 euro, e ha come unico outlier da 14 una proposta con tartare di gamberi.

Da bere, Heineken alla spina (4 euro per 40cl) e poco altro industriale in bottiglia: ma dopotutto siamo al mare, quindi ci concentriamo sulle pizze senza andare tanto per il sottile.

I piatti

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Ordiniamo come antipasto un sauté di cozze, piacevole quanto trascurabile (8 euro).

Mentre ci godiamo la brezza e lo struscio, arrivano le pizze: e devo dire, eccola, la perla del litorale.

L’impasto è elastico e arioso, ben sviluppato, di buona struttura (anche se manca un filo di leggerezza e scioglievolezza, per ambire alla perfezione). La cottura è precisa, senza “anime” rimaste indietro, il guscio tostato al punto giusto fino a conferire all’insieme un’impercettibile croccantezza.

Il cornicione, presente il giusto, non toglie spazio e protagonismo alla superficie di farcitura.

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Lato topping, optiamo per una Diavola con mozzarella di bufala (10 euro) con ingredienti di buona qualità correttamente distribuiti sulla superficie: unico appunto, la bufala tagliata troppo spessa non fila a dovere presentandosi anche dopo il forno in forma di “medaglione”. D’altra parte la stessa è scolata e strizzata alla perfezione, e non lascia neanche una goccia di liquidi indesiderati sulla superficie della pizza; che scivola via, morso dopo morso, con grandissimo gusto e piacere.

Seconda scelta è la Yellow (13 euro), con salsa di pomodorini gialli, stracciatella, alici, olive taggiasche, bottarga e zest di limone: gli ingredienti funzionano molto bene insieme, l’acidità, la dolcezza e i richiami tropicali della passata gialla formano una base arrotondata dalla stracciatella, sulla quale spiccano i richiami sapidi degli elementi marini e delle olive; con il limone a sgrassare in chiusura. Unici appunti sono relativi alla necessità di un più generoso dosaggio della bottarga (lo sappiamo, costa, però…) e alla riduzione o rimodulazione dell’uso delle scorze d’agrume; che in alcuni punti diventano coprenti – fermo restando che siamo al cospetto di una pizza veramente eccellente, che farebbe mangiare la polvere a molte blasonate cittadine.

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La pizza dolce (12 euro), è proposta in una versione chiaramente ispirata al Croccante di algidiana memoria; con spuma di ricotta, scaglie di cioccolato fondente, amarene sciroppate e granella di nocciole: ottima – ne mangiamo senza problemi una in due, nonostante la dolcezza spinta non diventa stucchevole – ma anche qui, la forma e il concetto, oltre alla crosta dell’impasto impreziosita da una caramellatura di zucchero vetrificato, ribadiscono il tributo/aspirazione a Seu, forte e chiaro – tanto che mi convinco che il pizzaiolo, oltre a essere particolarmente talentuoso, debba aver lavorato in quel di via Angelo Bargoni.

Così vado a chiedere e a conoscere: sorpresa, l’autore dell’impasto, per le due ottime pizze che ho mangiato, è giovanissimo e alla sua prima esperienza lavorativa autonoma. Prima di Gusto19, ha lavorato presso un circolo sportivo ove si è appassionato al mondo della pizza; che ha approfondito da sé fino a pervenire a questo risultato che è, ancora di più alla luce di queste considerazioni, strabiliante.

Ad aiutarlo coi topping e il forno, Paolo De Santis, cuoco di lungo corso. Il pizzaiolo (che non ha lavorato da Seu, ma di certo se non altro lo conosce, dato che mi sono preso la briga di andare su Facebook e constatare che è l’unico amico che abbiamo in comune) invece si chiama Michele Cammarano: segnatevi questo nome, ne sentiremo parlare.

L’opinione

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Le pizze di Gusto19 sono senza dubbio ciò che avete il diritto di godervi se vi trovate a passare per il litorale romano-pontino: accidenti, direi anche che vale la pena che andiate apposta fino a Torvajanica, se siete collezionisti di pizzerie top e volete avere un quadro completo di ciò che il territorio ha da offrire anche al di fuori del Raccordo Anulare.

Gli impasti di Michele Cammarano e i topping selezionati hanno molto da dire, e altrettanto spazio per crescere: il mio consiglio a questo giovane pizzaiolo è di non smettere di sperimentare, di continuare a prendere ispirazione dai migliori ma anche di continuare a lavorare su identità e tecnica per arrivare a “uccidere i propri idoli”, cercando vie espressive autonome, per realizzare nel futuro potenzialità che indiscutibilmente ci sono. I livelli già alti, in futuro, potrebbero essere altissimi.

Informazioni

Gusto 19

Indirizzo: Piazza Ungheria 10, Torvaianica, Pomezia (RM)

Sito web: https://www.facebook.com/Gusto19/

Orari di apertura: Martedì-Domenica 12-15 e 19.30-23

Tipo di cucina: Pizza

Ambiente: Semplice e accogliente

Servizio: Rilassato e spigliato

Voto: 3,5/5