Pizzeria Ciarly a Napoli, recensione: ottima pizza ultrapop a decibel fuori controllo

La nostra recensione di pizzeria Ciarly a Fuorigrotta (Napoli), presidio della partenopea dagli anni '60 oggi contemporanea grazie alla mano di Raffaele Bonetta: il menu, i prezzi, i pro e i contro.

Pizzeria Ciarly a Napoli, recensione: ottima pizza ultrapop a decibel fuori controllo

Immaginiamo di essere sulle sponde di un lago incontaminato, very early in the morning: gli uccellini cantano soavi, una leggera brezza profumata ci sfiora il viso, sottili naiadi ci sorridono invitanti. Ora apriamo gli occhi e realizziamo di essere nel cuore di Fuorigrotta (Napoli), davanti allo stadio Maradona, all’interno del Ristorante Pizzeria Ciarly.

Abbiamo davanti a noi una pizza di tutto rispetto: dimensioni contenute ma congrue, cornicione pronunciato ma non folle, topping interessanti ma non da egomaniaci. I cinguettii soavi e il lento sciabordare dei flutti, sono scomparsi: anche solo per ricordarli, dovremmo essere deprivati sensorialmente dell’udito.

Se per celia eliminassimo dai nostri Air Pods la funzione escludi suoni esterni, Ciarlysia ristorante sia persona fisica, perché esiste un Ciarly human being – potrebbe riservarci sorprese vieppiù sorprendenti.

Cosa si nasconderà nel cuore ultrapop di Napoli?

Ambiente, menu e prezzi

L’ambiente è piacevole. Semplice, colorato, allegro.

Tovagliati usa e getta – di buona qualità e texture – coprono i tavoli. Il menu è in versione QR Code, direttamente sul tovagliolo.

Come nel caso di Gorizia, Umberto e i Fratelli Cafasso, siamo in un ristorante pizzeria, ma guarderemo solo al menu dei fritti e delle pizze. Anche gli antipasti (cui potremmo, volendo, allargarci) hanno un’aria davvero appetitosa. Riacchiusi nella proverbiale vetrinetta condivisa con frutta e dolci artigianali, o che vaganti verso altri tavoli, sembrano tutti interessanti, pur nella loro semplicità. Al netto di frittura di alici e dell’impepata di cozze 8€, gli altri, con porzioni di tutto rispetto, sono principalmente di mare e hanno il prezzo di € 13. Segnaliamo il souté di frutti di mare e il polpo  all’insalata – chiamato in menu polipo (sob!), ma a Napoli è un equivoco piuttosto ricorrente.

Nutrite le file dei fritti con montanarine normali o alla genovese (il ragù con carne e cipolla a lenta cottura), crocché, arancini, fiori di zucca ripieni, con prezzi contenuti.

Ma è proprio mentre consultiamo il menu, osservando con occhi vogliosi le scelte altrui, che succede il patatràc: piove, anzi diluvia, e le tre porte a vetrata vanno chiuse. Questo non renderà forse Ciarly un inferno di cristallo, ma sicuramente uno dei luoghi più rumorosi del mondo, sì.

Quasi a gesti, vista l’impossibilità di una conversazione normale, ordiniamo con il valevole Salvatore, che nel corso del servizio svelerà più di un talento. Iniziamo a mangiare.

Le pizze e la frittura di Ciarly

marinara Ciarly dettaglio

ciarly pesto secondo genny

scarola 2.0 ciarly

scarola 2.0 ciarly fetta

Allontantosi Salvatore. chiediamo all’altro collaboratore anche una mezza porzione (sì, questo è uno di quei posti in cui esiste il nobile e nostalgico uso della mezza porzione, Diolabbiaingloria!) di alici fritte. Sembravano imperdibili: le abbiamo perse. Il fato ha deciso che non  dovessimo provarle: il guardo di morte che Salvatore ha riservato al malcapitato smemorato non sarebbe da augurarsi nemmeno al colpevole dei più efferati delitti. Arrivano, invece, i fritti, la piccola selezione Sfiziosa: per 5€ quattro pezzi, di dimensioni medio-grandi. Piacevoli.

Giù l’artiglieria pesante: Marinara, Pesto secondo Genny e  Scarola 2.0. Prezzi equilibrati, se non contenuti. La forbice va dai 5 € della Marinara ai 10 € delle più elaborate.

La pizza di Raffaele Bonetta ha un disco elastico, sottile e gradevole alla masticazione. La cottura è stata ben gestita in tutti e tre gli assaggi, e, apparentemente, in tantissime delle pizze servite agli altri tavoli. La sala è gremita, i tempi di servizio sono  buoni.

La Marinara è ben fatta, il pomodoro equilibrato e presente, il profumo di origano e aglio ben bilanciato.

La pesto secondo Genny ci è stata suggerita: mezzo passo falso. Pesto artigianale, prosciutto crudo, stracciata di bufala, granella di mandorle tostate, chi offre di più? Se non fosse che, Dio piacendo, siamo ben lontani da queste velleità, quasi si potrebbe tacciare questa ardita e contemporaneamente banale creazione di foodpornerié. Certo, dovremmo prima inventare il termine foodpornerié, ma perché non concedersi questo lusso? Pur non tecnicamente foodporn, la sovrabbondanza di sapori stona. L’impasto resta molto convincente e salva la pizza; la stratificazione di sapori un po’ troppo grassi lascia un palato finale complesso.

Applausi a scena aperta, invece, per la Scarola 2.0: crema di scarola con olive e capperi, provola, pomodori semi-dry, acciughe e crumble di pane tostato. L’apparente complessità, in questo caso, si traduce in sapori molto tradizionali, sapientemente reinterpretati. L’amarostico del crumble equilibra il dolce dei pomodori. Le consistenze sono ben calibrate e sfiziose; la sapidità è presente, non spinta. A voler cercare un difetto, non lo si trova. Ma perché incaponirsi (intestardirsi)?

Servizio, beverage, dolci, accessibilità e conto

Ciarly lo scontrino

Il servizio, per quello che riguarda Salvatore è strepitoso. Attento, cortese e sollecito, questo uomo ha anche un altro atout, che lo rende una chimera divisa tra TuaNonna e la Thunberg. Se osassi lasciare qualcosa nel piatto, implacabile ti dirà “Ma è peccato, che fa non lo mangia?”, rendendoti impossibile far altro che finire tutto. Lo sai anche tu che la prossima frase rimanderà alla fame del mondo: saresti di nuovo nel tuo tinello prima dei compiti per la scuola. Nessuno vuole mettere a repentaglio i propri anni di analisi così. Oltre Salvatore, però, un po’ di anarchia. Ciarly in persona ritiene di dover comunicare con i propri collaboratori da un lato all’altro della sala, apertis verbis. Vi chiederete come ci riesca, visto l’incredibile plafond. Presto detto: urlano come aquilotti, orbati della mamma. Ugualmente ai poveri pennuti orfani, il loro umore non è sempre dei migliori e le conversazioni possono risultare, diciamo, surreali.

Beverage attento: piccola selezione di vini senza ricarichi eccessivi, usuali bibite, birre alla spina e in bottiglia Fravort e le solite note tipo Ichnusa e Heineken.

I dolci sono divisi tra industriali e fatti in casa. Salvatore caldeggia il babà, non osiamo contraddirlo. Autonomamente aggiungiamo una panna cotta: il nostro eroe abbassa lo sguardo davanti all’evidente provenienza del topping per guarnirla. Babà molto gradevole, bagnato con acqua e zucchero, è devastato, purtroppo, da una generosa dose di nutella e panna spray. Vai a capire perché. La panna cotta sembra ispirarsi a Il diario degli errori di Bravi: non indugeremo.

Accessibilità, manco a pensarla.

Conto, più che onesto: per tutto quanto ordinato (con una spina grande e una bottiglia di Bionda del Brenta) 63 €.

Opinione

pizzerie

Presidio dagli anni ’60 di Piazzale Tecchio, Ciarly resta ancora un luogo convincente. La sua pizza è più che piacevole, sempre cotta in modo opportuno e realizzata con ingredienti di buona qualità. L’ambiente andrebbe insonorizzato al più presto, perché i rumori possono diventare davvero pressanti; il servizio, caratteristico da ristorante easy partenopeo (forse un po’ troppo familiare) contribuisce a creare ulteriore caos. Consigliato, con Air Pods a portata di padiglione auricolare.

PRO

  • ottimo impasto, buona masticazione
  • digeribilità elevata
  • Salvatore cortese e antispreco
  • buona carta di vini e delle birre con ricarichi contenuti
  • prezzi più che buoni per la qualità proposta
  • scarola 2.0 che da sola vale la visita

CONTRO

  • rumore insopportabile, se le porte finestre vanno chiuse
  • alcune pizze creative, lo sono troppo!
  • servizio stereofonico
VOTO DISSAPORE: 8 / 10
Voto utenti
Ristorante pizzeria Ciarly
Ristorante pizzeria Ciarly
Ristorante Pizzeria Ciarly, Piazzale Vincenzo Tecchio, Napoli, NA, Italia