Pizzeria da Concettina ai tre Santi a Napoli, recensione: il trendy di sostanza che fa ancora scuola

La nostra recensione di da Concettina ai tre Santi di Antonio e Ciro Oliva a Napoli, pizzeria haute couture nel cuore della Sanità. Il menu, i prezzi, i pro e i contro.

Pizzeria da Concettina ai tre Santi a Napoli, recensione: il trendy di sostanza che fa ancora scuola

La pizzeria Da Concettina ai tre Santi racconta, da oltre settant’anni, una storia d’amore la Sanità. La famiglia Oliva fa del suo essere della Sanità tratto distintivo, un’identità quasi più specifica di quella napoletana. Non si può negare che proprio gli Oliva, insieme ai Poppella e, da ultimo, a Isabella De Cham abbiano contribuito nettamente alla riqualificazione dell’ultrapopolare quartiere partenopeo. Grazie al gran numero di utenti attratti ogni giorno, la presenza di questi esercizi è un forte volano per la Sanità.

Presepe da Concettina
Presidi di vita reale che hanno contribuito alla riqualificazione del cuore pulsante di Napoli, cesellando l’encomiabile lavoro svolto in ambito culturale e di recupero giovanile da istituzioni come la Paranza o Sanitansamble, che dagli anni 2000 lottano per restituire la Sanità alla città.

Ciro Oliva, da enfant terrible a punto di riferimento per la pizza napoletana

sala superiore, dettaglio Concettina

Indubbiamente, sono stati Ciro e suo padre Antonio Oliva a fare di Concettina un luogo cult.
Irrequieto e spesso provocatorio, Ciro Oliva non è una persona che lascia indifferenti ma con la sua visione della pizzeria ha consegnato Concettina alla modernità. Una rivoluzione che negli ultimi cinque anni è stata rutilante, attirando l’interesse di holding di un certo peso e giungendo alla segnalazione sulla guida Michelin.

Ambiente, menu e servizio

menu concettina

Alla storica sala originaria si è aggiunta l’anno scorso quella del piano superiore. Il colpo d’occhio è assicurato: una terrazza curatissima e colorata porta a uno spazio accogliente e dai dettagli smart. Sospesa tra tradizione e un look più modaiolo ma spiccatamente identitario, Concettina è  un luogo in cui è più che piacevole stare.

Il servizio è cordiale, competente e parla un inglese fluente, e non è ancora scontato a Napoli. Forse resta ancora qualche lentezza eccessiva, ma rispetto agli anni passati in cui il servizio appariva decisamente meno funzionale e organizzato, sono stati fatti dei considerevoli passi in avanti.
I piatti sono ceramiche artigianali ricercate ed allegre, purtroppo tutti inesorabilmente sbeccati: un po’ dispiace.

menu pizze concettina

Il menu è contenuto e stimolante: opzioni in numero congruo e creative senza inutili esasperazioni.
Per iniziare, paninetti, pizze fritte e selezione di fritti della tradizione napoletana.
Poco più di una dozzina di pizze, tra classicissime e più originali. Alcune proposte sono declinabili con un impasto definito gastronomico (ideato dal pizzaiolo Vittorio La Pietra) che garantisce più leggerezza. Regala pizze dalle dimensioni più ristrette, partendo da un panetto di 80 grammi.

Le pizze e gli sfizi di Ciro Oliva

Montanarina di Ciro Oliva

Degustando un elegante calice di Trento Doc, incredibilmente la proposta più basica tra le bolle al calice e quasi proletaria tra le bottiglie della pantagruelica carta vini, si può addentare un Panino Tonino. Dedicato da Ciro al padre Antonio, il panino è un piccolo morso di sapore: la carota in tre consistenze ricorda il condimento tipico all’aceto e olio delle tavole partenopee, la provola affumicata e le olive verdi danno quello zig in più. Davvero è un dispiacere che sia così contenuto (e non proprio economico 7 €).

Arriva la Montanarina di Ciro: doveva essere fritta, come da nome e descrizione in carta, è al forno. Poco male. La ricotta è spumosa e dolce, il limone la esalta. 20 grammi 20 di felicità.

La Peperoncino Verde è pura poesia. I puparunciell’ ‘e ciumm (del fiume perché di solito crescono in prossimità dei canali di irrigazione degli orti, detti anche fiarelli perché inevitabilmente da friggere) sono avvolti ed esaltati dai pomodori datterini e dalla cacioricotta del Cilento, presidio Slow Food.

Come suggerisce il piatto che la ospita, ci mostra il suo amore, che diversamente da come cantava Jennifer Lopez anni fa, ha decisamente un costo: un brivido lungo 18 €.
L’impasto è morbido, con cornicione pronunciato e non esasperato. Piacevole, ma è il topping a stravincere.

marinara fetta concettina

marinara concettina

Meno riuscita la Marinara, tradizionalissima ma forse un po’ avara di pomodoro, che inoltre è un po’ troppo dolciastro al palato. L’aglio bianco scelto, poi, risultava eccessivamente delicato. Un’esperienza non entusiasmante.

Segnalazione: tutte le pizze servite durante la mia presenza, anche quelle degli altri tavoli che ho attentamente guardato passare, presentavano una bruciatura su un lato. Al palato questo non comportava alcun problema, almeno non in quelle personalmente mangiate. Resta però una singolare circostanza: che sia un eccentrico marchio di fabbrica di Concettina?

Dolci, beverage, conto e accessibilità

pizza dolce oliva

Quattro le proposte di dessert: il classico babà fornito da Capparelli, la pizza al cioccolato, pan brioche cioccolato e amarena e pizza con confettura di stagione.
La pizza dolce è goduriosa: non stucchevole, ha un morso gradevole e la crema di gianduja fatta in casa è quasi liquida per il calore del forno. Irrinunciabile.

ron de barrilito Concettina

Se la carta dei vini e delle bolle è sconcertante per numero e tipologie di proposte (con un range di prezzi da Enoteca Pinchiorri), quella degli spirits è da shock, con punte da 120 euro al bicchiere di rum. No, non c’è uno zero di troppo. Ripiegare su un Ron de Barrilito affinato in botti di Cognac (16 €) fa sentire quasi straccioni. Al netto dell’ironia, il rum è molto interessante, servito impeccabilmente e perfettamente illustrato. Complimenti ai ragazzi del servizio. Davvero non è da tutti.

Comuni le altre proposte di beverage. Perché non ci sono birre se non una selezione di Paulaner e delle referenze Serrocroce, per altro non menzionate in carta? Riferiscono dalla sala: “i nostri clienti preferiscono il vino”.
Accessibilità da non menzionare perfino. Raggiungere la sala superiore può essere impegnativo anche per chi non abbia problematiche, anche solo per il continuo passaggio degli altri clienti e dei camerieri.
Conto impegnativo. Al netto di una scelta beverage costosa (ma sub proletaria viste le altre opzioni) che incide con ben 36 €, un pranzo in pizzeria da 69 € in due non è propriamente abituale.
Si può dire che anche Concettina non è affatto un luogo abituale. Di sicuro, parafrasando i Fratelli Coen, possiamo dire che “Non è una pizzeria per  spiantati”.

il sorprendente conto di Concettina

Opinione

pizzerie

Da Concettina ai tre Santi è un luogo di gran carattere che ha contribuito a ridefinire la Sanità. Ciro e Antonio Oliva lo hanno trasformato in un place to be, trendy ma di sostanza. Alcune cadute in grandeur ai limiti dell’incomprensibile non giovano all’efficacia della pizzeria, portandola leggermente fuori strada. Le proposte sono interessanti e spesso convincenti; una migliore gestione del forno potrebbe portare a risultati visivamente ancora migliori. I prezzi più che tonici possono infastidire e portano in una dimensione esperienziale della pizza non del tutto sostenuta dalla creazioni di Oliva. L’ottimo servizio e il contesto originale ma coerente sono lo sprint in più.

PRO

  • Panino Tonino: piacevolissimo con la sua carota in tre consistenze
  • Ambiente curato e particolare
  • Servizio professionale, preparato e accogliente
  • menu delle pizze contenuto nel numero, stimolante e creativo

CONTRO

  • Accessibilità inesistente
  • Prezzi bombastici
  • Carta dei vini e degli spirits monumentale e un po' esosa
VOTO DISSAPORE: 8 / 10
Voto utenti
Pizzeria Concettina ai Tre Santi
Pizzeria Concettina ai Tre Santi
Pizzeria Concettina ai Tre Santi, Via Arena della Sanità, Napoli, NA, Italia