Come siete bravi, ristoratori, ma in fatto di Internet continuo a preferire l’australopiteco

Commentando con virilità gastrofanatica la scheda del ristorante Agli Amici di Udine, su ViaMichelin, il sito della Guida Michelin, due clienti del locale, Maria Cristina Cameli e Christian Lucidi, precisano di non aver niente a che spartire con i giudizi poco lusinghieri seguiti a una cena del 23 aprile scorso presso il ristorante friulano. Giudizi espressi nei non meglio identificati (nel senso: non trovati) blog di due ristoranti: Agli Amici appunto, e Osteria Altran di Ruda, sempre in provincia di Udine. Chi è allora il responsabile di quei commenti? I due clienti un’idea se la sono fatta, leggete.

Nella conversazione del dopo-cena all’Osteria Altran di Ruda, caduto amichevolmente il discorso sulla sua cucina e su quella del Ristorante Agli Amici, abbiamo semplicemente detto che ci sembravano cucine buone ma diverse: quella dell’Altran più legata alla tradizione e quella dell’Agli Amici più portata alla innovazione e alla rivisitazione dei piatti. Punto e basta. Ci dispiacerebbe molto se la persona con cui abbiamo conversato, si fosse indebitamente appropriata del nostro nome e, come se questo non bastasse, ci avesse attribuito cose spiacevoli mai dette né pensate riguardo a un ristorante concorrente. Un comportamento che si commenterebbe da sé.

Ed eccoci improvvisamente precipitati nel medioevo della cucina italiana, dove hai voglia a dire che i ristoratori son tutti amici, che collaborano tra loro in nome degli stessi obiettivi, che invidie, gelosie e ritorsioni son acqua passata, che adesso c’è Internet, non si può più parlar bene di sé e male degli altri in incognito, altrimenti ti sgamano.

Chiusura vagamente moraleggiante.
Ma la vera domanda è la seguente. I ristoratori italiani che:
1. Squadernano siti in Flash utili solo a spolverare il loro ego mentre il 90% dei clienti li visita di fretta, molti dal cellulare, limitandosi a cercare un numero di telefono, il giorno di chiusura e l’indirizzo,
2. Non fanno commentare i siti dai clienti rinunciando così a scoprire che è possibile migliorare il servizio (tanto agli esercizi italiani questo non serve, pensano comunque di essere il massimo in zona),
3. Non mettono le indicazioni per essere raggiunti, santo cielo! Un link a Google Maps è l’unica indicazione di cui ci frega qualcosa,
4. Non linkano dal sito il loro profilo Facebook (forse neanche ce l’hanno), magari regalando un caffè a chi li twitta, un dolce a chi è loro fan su Facebook, o remunerando il loro sindaco su Foursquare con un piatto gratis,

epperò trovano il tempo di maltrattare i locali concorrenti rubando l’identità dei loro clienti, ecco, questi ristoratori, sono veramente pronti per Internet?

[Crediti | Link: ViaMichelin, Agli Amici, Facebook. Via Marchi di Gola]