La prova del cuoco: perché Antonella Clerici occupa tutto lo spazio che occupa

Se si facesse un referendum sul “perché nella palude catodica della tv generalista un personaggio come Antonella Clerici occupa lo spazio che occupa“, due o tre risposte potrei darle. Appena rinfrescate da La prova del cuoco, trasmessa ieri sera da RaiUno in versione Lotteria Italia. Solo che oggi, avviato Google per chiarirmi le idee su questo post, ho scoperto che qualcuno ha già dato quelle risposte, e meglio di come avrei fatto io.

“Gente cattiva e brutta, a mezza voce, potrebbe buttar lì che Antonella Clerici ha congegnato nel tempo una gran bella truffa al pubblico, superando per destrezza e manipolazione gli evasori noti D’Ampezzo, non scorgendosi una qualità, una sola qualità, tranne il mestiere acquisito e l’innegabile tenacia, forte al punto da giustificare questa preferenza per Lady Boccolo”.

Perfetto. Ma due sentite parole sugli abbacinanti tailleur non vogliamo dirle?

“In realtà, cari Antennati, non condivido affatto queste critiche, e tantomeno il livorino di chi vorrebbe al posto della Clerici qualche più fresca e strutturata collega. L’invidia, si sa, è una brutta bestia, e molto a ben vedere c’è da invidiare all’instancabile Lady, che già dall’epoca del suo esame da giornalista (1991) stordì i colleghi di mezza Italia con un audace tailler color azzurro cielo”.

Bene, toccherebbe all’imponente balconata da milf de noantri, sempre altruisticamente esposta.

“Il fatto è che la signora rappresenta il pubblico che devotamente la segue. Qual è la differenza tra la ridondanza dei suoi abiti di scena, tra le scollature che esibisce con altruismo, e gli eccessi di certe sciure incontrabili lungo gli strusci del belpaese? E qual è la differenza tra il linguaggio basic di Lady Boccolo e il pensiero espresso dai divanados che non ne perdono un gesto?”

Ma non possiamo derogare dai famosi doppisensi. Ieri sera, giuro di averla sentita dire togliendo un decoro dall’albero di Natale: “Io ho sempre a che fare con le palle”.

“Nessuna differenza c’è tra una parte del paese (ir)reale e la sua proiezione telecomandata. Perfettamente rappresentato, dentro al corpo e l’anima di Lody Boccolo, si trovano anche il gusto reiterato per il doppio senso, nonché quell’attivismo contagioso di certe sante donne, travolte dalla fatica del binomio casa-lavoro”.

Io citerei anche Belusconi e il suo definitivo “Gli italiani vorrebbero essere come me”.

Per questo, dunque, prepariamoci a trovare l’iperbolica Lady Boccolo in ogni snodo commerciale della nostra tv, dalle ormai note prove del cuoco alle lotterie di ogni razza e colore. Cacciarla, escluderla, sarebbe come rinnegare una parte di noi.

Riassumendo, amiamo cose e persone quando sono imperfette, come Antonella Clerici insegna. Ma le amiamo anche quando sono perfette. Prendi questa descrizione di Lady Boccolo.

[Crediti | Link: L’Espresso, immagine: Telegiornaliste fans forum]