Lo sformato di cavolfiore è un contorno ricco, che può anche costituire un piatto unico, magari alleggerito da un accompagnamento di verdura cruda.
Questa ricetta si ispira (molto alla lontana) al gattò di patate partenopeo, quella ricetta che deriva dal periodo settecentesco in cui la regina Maria Carolina, di origini francesi, portò in città i “monsieurs”, cuochi professionisti di corte che preparavano piatti oggi famosissimi come il sartù, il ragù, il supplì, i crocchè e, appunto, il gattò, tutte storpiature di nomi francesi.
Oggi il gattò di patate e le sue varianti sono diffuse in tutta Italia con il nome generico di sformato.
L’arte degli sformati è molto sfaccettata, una volta preparata una base che comprenda una purea di patate, da sola o con aggiunta di altre verdure in purea (zucchine, broccoli, carote, topinambur…), si preparano degli strati da intervallare secondo la fantasia. Si tratta infatti di una di quelle ricette svuota-frigo in cui aggiungere gli affettati avanzati, i formaggi quasi finiti, eccetera. Per ottenere un buon risultato bisogna aggiungere sempre un formaggio filante: mozzarella, provola, fontina, Emmental. Poi un formaggio stagionato più saporito, in genere da aggiungere grattugiato: pecorino, Parmigiano, Asiago e così via.
La fase pro è quella della gratinatura, che si ottiene grazie al fatto che la superficie è stata sapientemente ricoperta, prima della messa in forno, di formaggio, pangrattato e un grasso (burro o olio a piacere) che formeranno l’agognata crosticina.
INGREDIENTI
- Cavolfiore 800 g
- Patate 400 g
- Uova 2
- Gorgonzola 80 g
- Mozzarella 2
- Sale grosso 1 Cucchiaio
- Pepe nero macinato
- Pangrattato
Preparazione
Risultato
