Il Buonappetito – Redzepi: sia santificato il suo Noma (2.0)

Rene Redzepi sta per riaprire il Noma, anzi, sta per aprire il Noma 2.0 a Copenhagen, e a breve aprirà le prenotazioni gestite con un sistema inedito, una specie di lotteria

Il Buonappetito – Redzepi: sia santificato il suo Noma (2.0)

Amici. Fermi tutti. È arrivato il momento.

La settimana scorsa, d’un tratto, su Instagram appare un annuncio. Un foglio acquarellato d’azzurro. L’immagine di una cozza. Una parola: Seafood. Un’altra parola: Noma. Una data: 16 novembre 2017, quattro del pomeriggio. Tanto basta a mandare in paranoia i gourmet più determinati.

La notizia non è grande, è enorme: sono aperte le prenotazioni per il nuovo locale del bel René (Redzepi).

Il bel René –-considerato tra i più grandi chef del pianeta-– a febbraio ha chiuso la vecchia sede di Copenhagen, poi ha avviato un paio di temporary di qua e di là dal mondo, e ora, come promesso, parte con il nuovo progetto di ristorante-fattoria sempre nella sua città.

Rene Redzepi ha incassato 4,2 milioni di dollari in 7 settimane con Noma Mexico.

Prenotare è quasi impossibile, ma è equo: a partire dalle 16 (ora di Copenhagen) del 16 novembre chiunque si collegherà al sito verrà dotato di un numero estratto a sorte, come una lotteria.

E quel numero determina l’ordine per accedere al sistema di prenotazione per i pasti nella finestra tra il 15 febbraio e il 29 aprile 2018. Se becchi il 18, sei fortunatissimo. Se becchi il 91 ce la puoi fare. Se becchi il 6.831 –-come una volta è capitato a chi scrive-– sei in alto mare.

Il Noma, si sa, è un ristorante radicale. E ha una policy radicale. Si paga in anticipo, al momento della prenotazione (ma si può disdire, vedendo rimborsati, naturalmente). Se non si mangia pesce, se uno è vegetariano o vegano, il sito dice –-in maniera meravigliosamente ragionevole-– “tornate in primavera: noi d’inverno verdure non ne abbiamo”.

Ed è pure uno dei locali più cari del mondo, soprattutto perché si paga nelle stramaledette corone danesi.

Eppure. Eppure i fortunati che ci sono stati –-compreso il sottoscritto, era il 2 febbraio, poche settimane prima della chiusura della vecchia sede– vi possono garantire che è il pasto più indimenticabile della vita.

Ho pranzato al Noma, ora posso morire felice.

Il più indimenticabile.

Io che di solito non riesco a decidere cosa farò domani, so esattamente dove sarò alle quattro di pomeriggio (ora danese) di giovedì: in fronte al mio computer.

A sperare di pescare il numerino fortunato.