I migliori trend gastronomici del 2025

Dal bisogno nascono anche buone idee. Abbiamo raccolto in un articolo tutte le tendenze interessanti, nuove o consolidate, di un anno di crisi gastronomica.

I migliori trend gastronomici del 2025

Non tutto il male vien per nuocere, e ci par di notare che gran parte dei trend che abbiamo identificato derivino dalla necessità, che alcuni locali hanno colto prima di altri, di rispondere alla crisi delle uscite e della socialità con qualche proposta originale, curata nel dettaglio e con un prezzo che si situa sotto i 50 auro, permettendo di fare qualche esperienza gastronomica di nicchia, anche se edulcorata, ma che comunque valga la pena.

[Disclaimer: chi scrive vive nel Nord Est, un territorio, a parte qualche eccezione, dove le tendenze arrivano un lustro dopo che si sono manifestate nel quadrilatero, cioè quel pezzo d’Italia industrializzata che ci sta dirimpetto e che detta ancora i canoni da imitare. Qualcuna di queste tendenze, per chi vive a Milano e a Torino non sembreranno davvero tali – ma fidatevi – c’è chi si esalta ancora per il poké (o si diceva la poké?)].

L’attenzione sugli analcolici

kombucha

Dopo anni in cui solo nelle enoteche più attente si coltivava una certa attenzione per i fermentati low alcol o alcol free, da quest’anno per la prima volta, in quasi tutti i cocktail bar delle grandi città si può trovare una kombucha, un succo di frutta fatto bene e un paio di mocktail.

I peggiori trend gastronomici del 2025 I peggiori trend gastronomici del 2025

A pensar male si fa sempre bene, e noi ovviamente facciamo bene: il motivo principale è che l’alcool ha prezzi proibitivi e un menu che fornisce queste alternative attrae anche una fetta di medio spendenti che altrimenti non verrebbe. Certo poi c’è tutta la questione delle healthy people, ma quella è marginale.

I menu degustazione sotto i 50 euro

menu degustazione

Fateci caso, in quasi tutti i giovani ristorantini interessanti si trova il modo di offrire un menu degustazione a prezzi ragionevoli, tra i 40 e i 50 euro. Magari ci sono delle limitazioni: il menu è quasi esclusivamente vegetale, o viene servito solo a pranzo, ma è un fatto. E anche un modo furbo per farsi conoscere, quando si vuole fare una ristorazione originale ma non si è ancora spinti dalla cresta dell’onda.

La coreanizzazione del cibo

bimbap

Finalmente la Corea ha colonizzato anche l’ambito gastronomico (dopo la musica e le serie televisive), quasi strappando la palma al Giappone di nazione dedicata all’enogastronomia cool. E non stiamo parlando solo del kimchi, patrimonio mondiale dell’umanità (davvero), ma anche del fatto che Tik Tok è pieno di ricette di Bibimbap , il piattone con una cupoletta di riso bianco e cose miste tutto intorno, con salsa piccantissima in cima e un bell’uovo fritto. E poi il Gimbap, il sushi coreano quasi sempre vegetariano, che siamo sicuri diventerà il nuovo sushi all you can eat.

La cucina giapponese autentica

udon giapponesi

Dopo l’isteria collettiva per il katsu sando, continua la riscoperta della cucina giapponese autentica, quella di casa: teriyaki fatta in casa, udon pestati con i piedi per renderli elastici, come nella tradizione delle nonne giapponesi, brodi realizzati cn due giorni di lavoro e cottura lenta. In poche parole finalmente abbiamo capito che i Giapponesi non si nutrono di sushi e finalmente quasi tutti sanno cos’è l’okonomiyaki, se non lo sapete fatevi un regalo e mangiatene una.

I vini coi piattini

piattini e vini

Continua, almeno nelle grandi città, la faccenda dei piattini. Piccoli piatti cucinati bene, spesso tradizionali, a volte un po’ gourmet con dei prezzi accessibili da consumare assieme a qualche calice di vino un po’ diverso dal solito: è un’abitudine che fa sentire molto chic e che permette di uscire a cena mangiando bene senza spendere cifre troppo alte. C’è chi profetizza il passaggio dai piattini ai piattoni da osteria di cibo confortevole, della nonna, e altrettanto economico. Ma ancora non ci siamo, e forse per fortuna.

La verticalizzazione

taqueria

Le taquerie, le raviolerie, le cotoletterie, i ristoranti che usano un mucchio di fermentati, quelli che fanno solo pancake. La verticalizzazione della proposta gastronomica offre oggettivi vantaggi nella gestione dei costi e nell’organizzazione degli acquisti. Per gli avventori sono sostanzialmente posti più divertenti degli altri, in cui però trovare una proposta spesso degna di nota.

L’aperitivo con il corso

corso di ceramica

Imparare a fare qualcosa mentre si prende l’aperitivo è un modo relativamente economico (si va dai 20 ai 40 euro) per passare una serata in socialità, bevendo, mangiando e imparando pure qualcosa. Il più delle volte si tratta di qualche tecnica per la realizzazione di manufatti di ceramica, ma anche lo sferruzzare va forte. In genere sono attività pratiche, un modo per sfuggire alla frenesia della vita quotidiana facendo tre cose in una volta sola: in perfetto stile per quest’epoca di frenesia multitasking.