I rider sono pericolosi per la nostra sicurezza stradale?

Getir, azienda specializzata nella consegna "ultraveloce" della spesa, ha iniziato un progetto di formazione dei rider con la Polizia Locale di Milano.

I rider sono pericolosi per la nostra sicurezza stradale?

Sfrecciano su motorini e biciclette nel tentativo di consegnarci una pizza ancora calda: ma i rider, con il loro via vai di consegne per le strade delle città, sono un pericolo per la sicurezza stradale? Ce lo siamo chiesti dopo essere venuti a conoscenza dell’iniziativa di Getir, azienda specializzata nella consegna “ultraveloce” della spesa, che ha di recente stretto un accordo sperimentale con la Polizia locale di Milano per la formazione dei rider attraverso un calendario di seminari tenuti dagli agenti istruttori della Scuola della Polizia locale.

Un’iniziativa lodevole, in effetti. La Polizia insegna ai rider come guidare nella maniera più sicura possibile, per loro stessi e per i cittadini, e tutti sono contenti. È contenta Getir, per cui “la sicurezza e l’incolumità delle persone che lavorano nei gstore e nelle consegne sono prioritari” e che – specifica – forma già i suoi rider “con corsi specifici sulla sicurezza stradale e sull’importanza di sapersi muovere consapevolmente sulla strada” e li fornisce di e-bike, e-scooter, caschi e dispositivi di protezione di altissima qualità.

È contenta la Polizia Locale, che vede in questo progetto “un’opportunità per tutti i soggetti coinvolti”, come dichiara Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Polizia locale del Comune di Milano, che vuole “che questa sperimentazione diventi un punto di partenza per generare altre attività formative che riguardino il settore delle consegne”.

Ed è contento il cittadino, che si vede consegnare finalmente la sua pizza in assoluta sicurezza.

E allora perché a noi c’è qualcosa che non torna?

Quanti rider sono morti facendo una consegna?

Trovare dati aggiornati sul tema – molto dibattuto – della sicurezza dei rider non è così semplice. Nel 2019 l’Associazione amici sostenitori polizia stradale aveva istituito un Osservatorio per raccogliere un po’ di dati, e aveva pubblicato un report riguardante i decessi dei rider impegnati nelle consegne a domicilio di cibo durante il corso dell’anno. Allora erano emersi – nel periodo tra il primo gennaio e il 25 ottobre 2019 – venticinque incidenti, di cui quattro mortali: in sedici casi il rider usava un motociclo, in nove la bici, e in tutti e quattro i casi di decesso il mezzo utilizzato era un motociclo.

Questi dati restituiscono una fotografia molto ridotta della situazione della sicurezza dei rider e degli altri fruitori delle strade, ma rende l’idea di un lavoro che porta con sé sfumature di importante pericolosità, come non mancano di sottolineare i sindacati e le associazioni che si battono in difesa della categoria, per garantire più tutele. Tutele come anche una maggiore formazione rispetto ai rischi, sia chiaro.

I rider, la formazione e il ruolo della Polizia Locale

rider

Il principio non è mettere in discussione l’utilità di quella formazione. Quel che viene da chiedersi è perché la Polizia Locale di una città senta il bisogno di formare i rider. Non che non sia utile aumentare la conoscenza del codice della strada per chi in strada ci lavora, ma proprio non capiamo perché i rider, a meno che non ci venga detto che la loro categoria è particolarmente pericolosa (per se stessa o per gli altri), e dunque necessiti di un’attenzione particolare.

Gli agenti commerciali, che mediamente passano ore e ore in automobile percorrendo chilometri ogni giorno, vengono formati dalla Polizia Locale? Gli autotrasportatori, appartenenti a una categoria tra quelle con il più alto numero di incidenti, ricevono una simile formazione? E gli autisti dei mezzi di trasporto privati?

In realtà, per dovere di cronaca, c’è da dire qualche casistica e qualche progetto esiste, più o meno in tutti i campi, qua e là in Italia. Talvolta si sente la necessità di formare meglio chi guida per le nostre strade, sensibilizzandolo sul tema della sicurezza stradale. Cosa buona e giusta, in effetti: la formazione – lo ribadiamo – è sempre un’ottima cosa, e non stiamo mettendone in discussione l’utilità. Eppure, in questo specifico caso suona come se si dicesse che i rider non sono sufficientemente formati sul tema, e dunque il Comune di Milano e l’azienda per cui lavorano, per garantire la sicurezza di tutti, sentano il dovere di lavorarci ancora.

Non basta una patente e la formazione che Getir dice di aver fatto ai suoi rider per garantire la conoscenza del codice della strada? Forse no, visto che spesso parliamo di rider che guidano una bicicletta, e dunque non hanno bisogno di una patente per salire sulle loro due ruote. E allora torniamo alla domanda iniziale: i rider sono pericolosi per la nostra sicurezza stradale? Alla Polizia Locale, che seguirà la loro formazione, la risposta. E speriamo che sia un no.