Il miglior sommelier d’America è in sedia a rotelle, e lotta per una ristorazione più inclusiva

Premiato dalla Guida Michelin come miglior sommelier di New York, Chicago e Washington, Yannick Benjamin ha perso l'uso delle gambe a venticinque anni.

Il miglior sommelier d’America è in sedia a rotelle, e lotta per una ristorazione più inclusiva

Si chiama Yannick Benjamin, ed è il miglior sommelier d’America dell’anno, secondo la Guida Michelin. Lui, a capo della cantina del ristorante Contento di New York, è figlio di ristoratori arrivati dalla Francia con tutto il bagaglio del sogno americano, e ha sempre avuto quel mondo nel cuore. “Non potevo immaginare di fare altro”, ha raccontato Benjamin in un’intervista alla Michelin. “Per me il vino non è solo una professione; è una passione profonda e costante. È un viaggio a cui sono impegnato per tutta la vita”. Il motivo per cui Yannick Benjamin non è un sommelier come tutti gli altri non è solo la sua enorme dedizione al mondo del vino: il miglior sommelier d’America, infatti, è anche il primo su una sedia a rotelle.

Il che ne ha fatto negli anni – e ne fa ancor di più oggi, dopo questo premio – un modello da seguire, per dimostrare che la ristorazione può e deve essere più inclusiva. Cosa per cui Benjamin si sta battendo con la stessa costanza che lo ha portato a essere il migliore.

La storia di Yannick Benjamin

Yannick Benjamin

L’uso delle gambe Benjamin lo ha perso quando era poco più che un ragazzo: nel 2003, quando aveva venticinque anni, un incidente d’auto lo lasciò paralizzato dalla vita in giù. Un avvenimento che stravolse la sua vita, ma non la sua voglia di arrivare al successo. Yannick finì il college e, lavorando duramente, divenne un sommelier di grandissimo livello, oltre che un paratleta molto attivo (ha gareggiato in diverse maratone e gare tra cui le maratone di New York, Boston e Chicago).

Con il suo lavoro, Yannick ha svelato un problema esistente, ponendolo al centro dell’attenzione: l’alta ristorazione è davvero inclusiva? Quanti ristoranti – anche di livello – sono ancora dotati di barriere architettoniche? E quanti sarebbero in grado di far lavorare agevolmente una persona in sedia a rotelle? Non tutti, certamente. Probabilmente non molti. Di certo però il settore può cambiare, seguendo l’esempio positivo portato da Benjamin. Un anno fa, Benjamin è tornato a Hell’s Kitchen, il quartiere periferico di New York dove è cresciuto, e ha aperto la sua enoteca inclusiva, Beaupierre Wine & Spirits. Un negozio pensato per rendere gli acquisti più facili anche a un pubblico disabile, con un ingresso senza barriere architettoniche, scaffali all’altezza degli avventori su sedia a rotelle e una segnaletica in Braille per i non vedenti.

Non solo: Yannick è anche co-fondatore di Wheeling Forward, un’associazione no profit che aiuta le persone con disabilità a inserirsi in modo attivo nella comunità, e Wine on Wheels, una comunità di amanti del vino e sommelier che organizza eventi e degustazioni per aiutare chi ha una disabilità e contemporaneamente sensibilizzare sul tema dell’inclusività nel mondo del vino e della ristorazione.

 

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Il più grande malinteso sull’essere sommelier è che la nostra esperienza sia limitata al vino e che la nostra unica responsabilità sia servire e aprire il vino in un ristorante“, ha detto Yannick alla consegna del premio come miglior sommelier dell’anno. “Il ruolo del sommelier si è trasformato nel corso degli anni e credo che debba continuare ad evolversi“. Non solo in termini di conoscenze ma anche, pare di capire, in questioni che vanno ben oltre il bicchiere.