Il sovrapprezzo sul taglio torta ci indigna? Chiediamo ai negozi di cambiarci lì la mattina

Il periodo di indignazione facile per gli scontrini ci offre l'occasione di mettere in chiaro alcune cose: i servizi extra si pagano (al ristorante come altrove), ed è giusto che sia così.

Il sovrapprezzo sul taglio torta ci indigna? Chiediamo ai negozi di cambiarci lì la mattina

Ogni famiglia che si prepara al mattino ha un problema con bagni e spazi che mancano. Tutti ci dobbiamo preparare, lavare e vestire, magari in contemporanea. Il problema però è facilmente risolvibile: domattina potreste provare a fare uno zainetto con dentro mutande e vestiti e bussare al negozio sotto casa vostra, chiedendogli cortesemente di poter utilizzare il camerino per il vostro cambio d’abito. Poi comprerete anche qualcosa, s’intende, ma intanto che gentilmente ti facciano quel favore. Voilà, problema risolto.

Se vi sembra un’assurdità, è perché lo è. Nessuno si permetterebbe di fare i fatti propri in un esercizio commerciale portandosi l’equivalente della merce in vendita da casa. Non vai in gastronomia a chiederti di confezionarti un panino con il pane in cassetta appena comprato al supermercato di fianco. Non vai al bar e ti siedi al tavolo consumando la lattina di Coca Cola che ti sei portato dal frigo di casa. Non vai manco a ricaricare il tuo smartphone in un negozio di tecnologia approfittando degli attacchi, a meno che non siano stati messi lì per dare quel preciso servizio alla clientela.

E allora, di grazia, qualcuno ci dovrebbe spiegare perché ci si indigna così enormemente per il sovrapprezzo del “taglio-torta” al ristorante. Stiamo parlando dell’ennesima notizia della stagione in cui gli scontrini sono diventati l’unica valvola di sfogo di un Paese enormemente frustrato (ma parliamo delle voci degli scontrini, e mai della variabile in cui più di qualcuno ancora non li fa): in una pizzeria di Pino Torinese sono stati aggiunti 15 euro al conto per tagliare e servire una torta che la tavolata si era portata da casa.

Ancora una polemica scontrino: stavolta però è il Duce a essere di troppo Ancora una polemica scontrino: stavolta però è il Duce a essere di troppo

Una cosa che accade spesso, in caso di compleanno: si chiama il ristorante della cena e si chiede se si può portare la torta per il fine serata. Nella maggior parte dei casi la risposta è sì: è possibile che il locale non abbia un reparto pasticceria in grado di prepararla o, più probabilmente, accetta per quieto vivere, perché ormai è prassi consolidata che questa cosa succeda. Con tutti i rischi HCCP annessi e connessi al servire a tutti gli effetti un prodotto di cui non si conosce con precisione l’origine o le modalità di trasporto, peraltro. Se i clienti dopo la cena stanno male, come faccio a stabilire se la colpa è della panna o degli spaghetti alle cozze? Ma questo è un altro tema, anche se non meno importante.

Il fatto è che quella torta non va solo consentita alla tavolata festante. Va tagliata, portata al tavolo e servita, generalmente con piattini e posate. E personale dedicato a quello, anche se per pochi minuti. E tutto questo, nell’Italia dell’indignazione da scontrino facile, non merita neanche un sovrapprezzo regolarmente segnalato – e dunque tassato – sullo scontrino.

Certo, nella fattispecie si potrebbe sicuramente avere una comunicazione più chiara con il cliente al momento della prenotazione. Specificare che sì, la torta la possono anche portare, ma pagheranno per chi la taglierà, la servirà e per le stoviglie che utilizzeranno. Ma per il resto, non c’è motivo alcuno di indignarsi. A meno che domattina non si voglia decidere di andarsi a fare la doccia nella piscina vicino casa, prima di andare al lavoro.