Lo sconto per i bimbi educati al ristorante diventa un progetto

Antonio Ferrari aveva applicato lo “sconto bimbi educati” a un tavolo di clienti del suo ristorante padovano -Storie di cibo e di vino- i cui figli si erano distinti per educazione. Adesso da quel caso è nato un progetto per creare un network di locali che applichi lo sconto

scontrino bimbi educati

Chi di voialtri, amati lettori di Dissapore, si ricorda Antonio Ferrari?

Ne avevamo parlato pochi mesi fa perché, abituato a bambini che si rincorrono tra i tavoli altrui disturbando gli avventori e il lavoro del personale, aveva applicato lo “sconto bimbi educati” a un tavolo di clienti del suo ristorante padovano —Storie di cibo e di vino– i cui figli si erano distinti per educazione.


E se lo “sconto bambini educati” al ristorante diventasse una moda?


Una scelta che aveva acceso discussioni, creando fazioni opposte e variamente composte:

— da una parte i clienti con figli contro clienti senza figli;
— dall’altra genitori consapevoli di come si gestiscono i figli al ristorante contro genitori che sostengono l’assoluta libertà per i piccoli;
— nel mezzo gli avventori che lasciano i figli a casa quando vanno al ristorante, e che evitano certi locali perché frequentati da famiglie.

Ebbene: da un episodio che avrebbe potuto concludersi insieme al clamore mediatico che ne è seguito, Ferrari ha fatto nascere un progetto più strutturato per premiare la socialità dei più piccoli a tavola.

Ce lo ha raccontato, spiegandone i dettagli:

“Ho voluto trasformare lo sconto in un premio che coinvolga anche i bimbi, ecco allora l’idea di un kit composto da un adesivo e una spilla (verde per i maschi, rosa per le femmine) regalato ai bambini che si dimostreranno disciplinati. Un omaggio di cui vadano fieri e che possano indossare orgogliosi. Un premio, insomma, con cui ristoratori e genitori facciano capire al bimbo che il buon comportamento è stato riconosciuto e apprezzato”.adesivo

E com’è andata, gli chiediamo?

“Nove bimbi su 10 meritano adesivo e spilla. E sono talmente orgogliosi del regalo che lo indossano anche altrove, fuori dal mio locale. Per questo ho dato vita a un network di ristoratori/albergatori/esercenti –un centinaio– a cui ho distribuito il kit.

Vorrei che si creasse una rete, un gruppo, capace di premiare l’educazione anche oltre il ristorante. Insomma, non è vero che il mio locale non accetta i bimbi: di sicuro è un locale di target medio-alto, con un certo tipo di clientela. Non abbiamo uno spazio bimbi ma ci attrezziamo per le esigenze delle famiglie.

Qui il punto è l’educazione: i bambini fanno quello che gli è stato insegnato. E noi vogliamo premiare chi si comporta bene”.

Educati a tavola, educati alla tavola

Copertina

Dal corretto comportamento a tavola all’educazione del gusto, il passo è stato breve. Ferrari non si è fermato alla spilla ma è andato oltre, proponendo un percorso gastronomico adatto ai piccoli, abbandonando il monocorde “menu bimbo” fatto di pasta al pomodoro, cotoletta alla milanese, petto di pollo e insalata.

Nel menu del suo ristorante compare la “degustazione junior” che abitua i più piccoli ai tempi e ai sapori della convivialità: gli stessi piatti dei “grandi” in porzioni ridotte e con impiattamenti più semplic.

Via libera allora a Pata Negra e formaggi affinati: e se siete scettici in merito, sappiate che ci sono bambini che frequentano il locale di Ferrari chiedendo menu degustazione junior e piatti di Pata Negra.

Bando ai divieti quindi e a una lettura polemica e dell’idea iniziale: Ferrari propone rispetto ed educazione (anche al gusto) come comportamenti virtuosi con cui far crescere i bambini.

[Crediti | Immagini: Nove34, Getty Images]

bambini