Perché la mafia investe nella ristorazione proprio a Milano

Milano come polo di attrazione per le mafie, spesso attraverso i ristoranti e gli eventi. Ne parliamo con gli esperti David Gentili, Cesare Giuzzi, Mario Turla.

Perché la mafia investe nella ristorazione proprio a Milano

Città della moda e dei nuovi trend gastronomici, delle food hall e delle nuove aperture rutilanti che spesso, dopo pochi mesi, non lasciano traccia di se stesse, Milano è anche un riferimento per le mafie da più di settant’anni, alla quale Il Giro dei Soldi – Storie di riciclaggio – (saggio che ci ha dato l’assist per questa video-rubrica sulla mafia nella ristorazione), dedica non poco spazio, tra aneddoti legati ad Expo e insegne che proprio sotto il Duomo si sono fatte tristemente notare, spesso e volentieri nonostante il blasone.

Come spiega il giornalista del Corriere della Sera Cesare Giuzzi, riferimento sul tema, sono gli anni ’90 a segnare l’ingresso della mafia nell’economia legale. Un’opportunità oggi, sempre più frequente: alle tante ragioni che rendono allettanti i ristoranti agli occhi della criminalità organizzata si aggiungano, per esempio, i tanti eventi che caratterizzano la città di Milano.

“Expo ha segnato un solco profondo, fa da confine e segna l’esplosione delle attività di piccola e grande ristorazione, portando ad aprire attività fuori da ogni senso dell’economia. Investimenti che chi è del settore sa benissimo non sarebbero mai rientrati”: palesi allocazioni di capitali stando al ragionamento dell’esperto in antiriciclaggio Mario Turla.