Ristoranti: cosa cambia con il decreto Sostegni

Cosa cambia con il decreto Sostegni di Mario Draghi, che va a sostituire i "ristori" di Conte, per i ristoranti i bar e i tanti dipendenti del settore.

Ristoranti: cosa cambia con il decreto Sostegni

Fine dei ristori, arriva il decreto sostegno, che dalle nostre anticipazioni di due giorni fa è già stato ribattezzato Decreto Sostegni: non è solo una questione di nomi, varie sono le novità nel primo intervento di Mario Draghi al governo. Le principali che riguardano i ristoranti e il settore della somministrazione di bevande e alimenti in generale: addio ai codici Ateco come parametro per assegnare i contributi, prolungamento della cassa integrazione e dello stop alle cartelle esattoriali, possibili indennità ai lavoratori e blocco dei licenziamenti.

Il decreto Sostegni è comunque ancora una bozza, piena di XXX e puntini sospensivi, di articoli che hanno solo il titolo senza disposizioni, e di ipotesi molto vaghe soprattutto quando si tratta di quantificare le misure degli interventi. Potrebbe essere emanato già la settimana prossima: intanto ecco le principali ipotesi allo studio e il loro grado di definizione.

Contributi alle partite IVA, addio ai codici Ateco 

Contributi a tutte le partite IVA, a condizione che non abbiano cessato l’attività, o che non l’abbiano iniziata dopo l’entrata in vigore del decreto. Unico altro vincolo, che i ricavi e i compensi non siano superiori a 5 milioni di euro nel 2019.

Quali sono i requisiti per accedere ai contributi? Nel bimestre gennaio/febbraio 2021 bisogna aver registrato un ammontare del fatturato e dei corrispettivi inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi dell’analogo periodo del 2019: insomma una diminuzione nei ricavi di un terzo (o più). A chi ha aperto partita IVA dopo il 1° gennaio 2019, il contributo spetta in ogni caso. 

A quanto ammonta il contributo? Ci sono varie percentuali, a seconda della fascia di reddito: la cifra base su cui si calcola la percentuale è appunto datata dalla differenza tra i ricavi dei due periodi sopra detti (i primi due mesi del 2021 rispetto ai primi due mesi del 2019). Venti per cento, per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a 400 mila euro nel 2019; quindici per cento, per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400 mila euro e fino a 1 milione di euro nel 2019; dieci per cento, per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro nel 2019. 

Tetto massimo: 150 mila euro. Soglia minima: 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per tutti gli altri. Il contributo può essere erogato come contributo diretto, oppure riconosciuto sotto forma di credito d’imposta.

Cartelle esattoriali, stop alla riscossione

Prolungato il periodo di sospensione della riscossione delle cartelle esattoriali, che scadeva il 28 febbraio ma ora è spostato al 30 aprile. Attenzione però perché è sospesa la sola riscossione, mentre possono essere notificati nuovi atti. Le scadenze sospese andranno saldate “entro il sessantesimo giorno” dal termine della sospensione. 

Un’altra previsione possibile riguarda lo stralcio delle cartelle tra il 2000 e il 2015. La relazione tecnica illustra una serie di possibilità, si va da un minimo che riguarda le cartelle fino a 3000 euro (costo per lo Stato: 730 milioni), fino al massimo della cancellazione di tutte le cartelle dei 15 anni (costo per lo Stato: 3,7 miliardi)

Cassa integrazione, indennità ai lavoratori, licenziamenti

Come si diceva, sono molti gli aspetti ancora in via di definizione in questa bozza. Le voci girate in ambienti politici negli scorsi giorni iniziano a trovare conferma: ci sono degli articoli ancora privi di disposizioni ma dai titoli chiari, come “Cig Covid e Cig Fondi bilaterali – 2021”, “Fondo occupazione”, “Indennità lavoratori stagionali, turismo e sport”. 

Le ipotesi sul tavolo sono quella del prolungamento della Cassa integrazione fino a fine anno, l’istituzione di un fondo di sostegno all’occupazione, e l’assegnazione di indennità ai lavoratori stagionali, quindi anche a chi è privo di partita IVA ma effettua dei lavori precari e legati a determinati periodi.

Nella bozza di decreto Sostegni non si fa menzione, per il momento, di un prolungamento del blocco dei licenziamenti, norma che riguarda da vicino gli imprenditori della ristorazione, ma l’orientamento politico è per includerla e tutto fa pensare che dovrebbe rientrare nella formulazione definitiva del decreto legge.