Ristoranti: l’uso del bagno all’interno è buon senso o contro le regole?

Il Governo ha dimenticato di chiarire una questione: se le riaperture sono vincolate ai dehors esterni, i clienti possono usufruire dei bagni presenti all'interno?

Ristoranti: l’uso del bagno all’interno è buon senso o contro le regole?

Ristoranti e bar in zona gialla hanno riaperto i loro spazi all’aperto (per quelli al chiuso si dovrà attendere il 1° giugno) ma nel marasma di regole che continuano a susseguirsi durante la pandemia mancano dei pezzi. Soprattutto dei chiarimenti per far sì che migliaia di ristoratori possano svolgere in tranquillità il loro lavoro e, soprattutto, possano farlo senza incappare in sanzioni. Il Governo ha dimenticato di chiarire una questione che potrebbe far sorridere alcuni ma che sta a cuore a molti: se le riaperture sono vincolate ai dehors esterni, i clienti seduti al tavolo possono usufruire dei servizi igienici? Oppure se la devono tenere finché non tornano a casa?

Già nei giorni pre-riapertura molti addetti ai lavori hanno chiesto chiarimenti alle associazioni di categoria per capire come comportarsi di fronte al cliente che chiede di andare al bagno. Al momento, però, una risposta ufficiale sembrerebbe non esserci.

Sgranando le ormai famose Faq di Palazzo Chigi come se fossero un rosario, nell’ardente speranza di trovare una risposta, ci siamo imbattuti in molti chiarimenti tranne su questo tema. Nella sezione dedicata alle aperture nelle regioni classificate in zona gialla non si menziona mai l’utilizzo dei servizi igienici; nulla di strano se si pensa che prima delle chiusure pre-pasquali i locali potevano svolgere servizio al chiuso. E il problema dei bagni, ça va sans dire, non si poneva.

Ora però le cose sono un po’ diverse, e gli unici chiarimenti riguardano la zona arancione e rossa dove ristoranti, bar, pizzerie e trattorie sono aperti per asporto e delivery. In questi due casi “l’uso dei servizi igienici posti all’interno dei bar e dei ristoranti non può essere consentito, salvo casi di assoluta necessità”. Vale lo stesso per il decreto Riaperture entrato in vigore il 22 aprile scorso: l’articolo 4 sui servizi di ristorazione non dice nulla a proposito dell’utilizzo delle toilette interne durante questo periodo di limbo, in cui gli spazi al chiuso non possono essere utilizzati. Nessuna informazione neppure nell’ultima circolare del Viminale datata 24 aprile.

Quindi che fare? Sì può utilizzare il buon senso ma rimane l’incognita dei controlli e delle sanzioni. Certo è che la legge pre-covid viene incontro a chi si pone il quesito: le toilette sono obbligatorie in tutti gli esercizi che prevedono un’attività di somministrazione di alimenti e bevande, quindi bar, ristoranti, pizzerie e tutte le attività che prevedono una sosta con tavoli per la consumazione. E se sono obbligatori, in assenza di norme contrarie, possono essere utilizzati.

Tenendo conto del vuoto normativo alcune regioni si stanno muovendo autonomamente: è il caso del Veneto che nelle ultime ore ha divulgato una nota di chiarimento in cui si parla anche della questione delle toilette: “I bagni, anche per la funzione di servizio pubblico che assolvono gli esercizi, sono utilizzabili dagli avventori per tutta la durata dell’apertura del singolo locale”.