Decreto riaperture: i ristoranti ripartono col coprifuoco alle 22 e solo all’aperto, in zona gialla

Passa la linea dura di Mario Draghi con l'ufficializzazione del Decreto Riaperture: i ristoranti, dal 26 aprile, apriranno solo in zona gialla, col coprifuoco fissato alle ore 22 e rigorosamente dehors.

Decreto riaperture: i ristoranti ripartono col coprifuoco alle 22 e solo all’aperto, in zona gialla

È stato emanato il Decreto Riaperture del Governo Draghi, quello che detta le regole e le novità a partire dal 26 aprile. Nessuna sorpresa rispetto al contenuto della bozza che avevamo anticipato: anzi la conferma di una linea dura e cauta. Per quanto riguarda bar e ristoranti, riaprono solo quelli in zona gialla, solo quelli che hanno i tavolini all’aperto, e comunque il tutto entro le 22 perché dopo scatta il coprifuoco.

Non passa la linea di Salvini che spingeva per aperture anche all’interno a pranzo, e spostamento alle 23 del limite orario. Ma vediamo nel dettaglio.

Bentornata zona gialla

La principale misura è quella del ripristino della zona gialla, sospesa dai precedenti interventi normativi: dal 26 aprile le regioni e le province autonome che rientrano nei parametri delle zone gialle, potranno dichiararsi tali e applicare le vecchie regole, oltre a quelle nuove stabilite dal decreto. E una ci riguarda da vicino.

Riaperture di ristoranti e bar: le condizioni

Consumo al tavolo esclusivamente all’aperto, per i ristoranti e i bar in zona gialla. Quindi chi ha il dehors o ha la possibilità piazzare due tavolini fuori, potrà servire i clienti; per tutti gli altri sempre e solo asporto e delivery. Il Governo ha finalmente preso atto dei numerosi studi che rilevano un rischio bassissimo di trasmissione del virus all’aria aperta, e contemporaneamente eliminato l’illogica distinzione tra pranzo e cena.

Coprifuoco sempre alle 22

Resta però in vigore la misura che vieta uscite e spostamenti oltre le 22, quindi anche se non è specificamente previsto, i ristoranti faranno orari da famiglie con bambini: alle dieci meno un quarto si chiude, così alle dieci siamo tutti a nanna.

Alberghi: l’eccezione

Confermata anche la diversa previsione di bar e ristoranti interni ad alberghi e altre strutture ricettive: non avranno limiti di spazio né tempo per il servizio al tavolo. Ovviamente l’unica grossa limitazione è che potranno servire solo gli ospiti interni.

Gli spostamenti interni alle regioni e ai comuni

E se invece non voglio andare al ristorante o al bar, ma invitare amici a pranzo o prendere un caffè? Possibile, ma sempre a seconda del colore. Dal 26 aprile al 15 giugno 2021, all’interno delle regioni e province autonome in zona gialla, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata una volta al giorno, dalle 5 alle 22, a quattro persone oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. Piccola ma significativa novità: il limite massimo di ospiti si alza da due a quattro. Non si contano nel numero i minorenni, i disabili e i non autosufficienti.

Stesse regole per chi è in zona arancione, ma spostamento limitato all’interno dello stesso comune. Nessuna visita a casa consentita in zona rossa.

Gli spostamenti esterni

Possibile spostarsi da regione a regione, a partire dal 26 aprile, se entrambe le regioni sono bianche o gialle. Possibile spostarsi anche da o verso regioni arancioni o rosse, a patto però di essere in possesso di una certificazione: dopo tanto dibattito e riflessione, il Governo ha introdotto una sorta di passaporto vaccinale o di immunità, ecco di che si tratta.

La certificazione verde

Il decreto prevede l’introduzione delle cosiddette “certificazioni verdi Covid-19”. I modi di ottenerlo sono 3, e hanno una durata differente.

  1. L’avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 (valida 6 mesi).
  2. La guarigione dall’infezione (valida 6 mesi).
  3. L’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo (valida 48 ore).