Ogni anno, all’inizio dell’estate arriva puntuale l’elenco delle grandi novità sui gelati confezionati. Evidentemente era impossibile esimerci dall’assaggiare quello più grottesco: la Gelatomerenda con il biscotto Plasmon. In fondo è stata un’estate di novità in casa Plasmon: il 10 luglio 2025 NewPrinces Group (ex Newlat Food) ha acquisito da Kraft Heinz il marchio Plasmon (assieme a Nipiol, BiAglut, Aproten e Dieterba) per circa 120 milioni di euro, includendo lo stabilimento di Latina dove lavorano 300 dipendenti e si producono 1,8 miliardi di biscotti all’anno. Da comunicato stampa, l’intento di NewPrinces, guidata da Angelo Mastrolia, è rilanciare brand italiani iconici e rafforzare la leadership nel baby food in Europa.
Parallelamente, Plasmon ha siglato con Sammontana un accordo per realizzare un gelato la “Gelatomerenda Plasmon”, sia in stecco (per la GDO e i bar) sia in vaschetta (per la ristorazione). È lecito leggere la novità, e il primo ingresso del baby food nel mondo del gelato confezionato, come un impulso della nuova proprietà per estendere il pubblico del marchio.
Ma di quale pubblico stiamo parlando? La gelatomerenda è innanzi tutto un’operazione revival dedicata a una fetta di mercato, quella dei trentacinque-quarantenni, che è forse l’unica fetta di mercato che ha oggi sufficiente potere d’acquisto (oltre a dei figli da ingrassare). Per questi – di cui ahimè faccio parte – la cameretta piena di giochi di legno dipinti a mano dai lillipuziani non è completa se non è corredata da infinite merende sane, impilate creativamente in costosissime scatolette di latta.
Un tempo si diceva semel in anno licet insanire, ma oggi non ci è più dato nemmeno questo: anche la scivolata verso il junk food va gestita con raziocinio. La Gelatomerenda fa dunque le veci di un prodotto sano (“come una volta”), senza sbatti, il più possibile bianco (e quindi puro), instagrammabile e soprattutto che solletica i ricordi di mamma e papà; che quello che piace ai figli della gen X non interessa a nessuno, tanto mica hanno il bancomat. Se ci fate caso è così: dalle finte patatine a base di fragoline disidratate che sanno di cartone agli albi illustrati, che strizzano l’occhio alla fatica di essere genitore (mai letto il bestseller Olivia?) il marketing sfrutta il nostro sogno di sentirci genitori impeccabili e al contempo compianti per l’enorme fatica di crescere pargoli perfetti.
Gelato al biscotto Plasmon: la nostra recensione
In questo panorama di compravendita aziendale e delirio sociale si insinua la nostra prova d’assaggio della Gelatomerenda: uno stecco di 47 grammi e 138 calorie, in confezione da 4 al supermercato a 4,29 euro.
La prima domanda logistica è: perché fare un gelato con lo stecco se ha il biscotto? Forse per non sporcarsi le manine? Probabilmente sì, dato che il biscotto è parecchio scioglievole, come è giusto che sia e, se si hanno le mani umide, si squaglia. Ma dicevano un tempo pubblicitari più interessanti: “Se non ti lecchi le dita godi solo a metà”.
Il profilo sensoriale di questo gelato però è praticamente perfetto. Il biscotto, proprio perché è così scioglievole, ricorda perfettamente la pappetta di latte con i Plasmon sciolti dentro che le mamme negli anni Ottanta propinavano felici ai pargoli (le mamme di oggi mai si sognerebbero). Eppure alla mente, il sapore risveglia subito un altro ricordo, non tanto il biberon di pappetta, ma è il Cucciolone che si fa strada tra i ricordi.
“Non sa di Plasmon ma è buono” è la recensione più accurata e comune che si trova swippando su Tik Tok. Chi scrive ha comprato anche i Plasmon per aggiungere accuratezza alla sua prova empirica: se ti sgranocchi un Plasmon la sensazione è completamente diversa, lo devi sciogliere nel latte.
Il gelato tra i due biscotti è decisamente lattiginoso, e se si ha l’accortezza di consumare lo stecco dopo cinque minuti che lo si è tolto dal freezer, ha una consistenza morbida, che si scioglie in bocca lasciando proprio la sensazione della tazza di latte intero zuccherata. Ed è questa, forse, la nota più caratteristica.
Gli ingredienti? Eccoli, ma forse si poteva fare meglio
Latte scremato reidratato, farina di frumento, latte fresco scremato pastorizzato italiano 13%, zucchero, olio di cocco, sciroppo di glucosio, polvere di biscotto 4,5% (farina di frumento, zucchero, oli vegetali in proporzione variabile: di palma, di oliva; latte scremato in polvere, amido di frumento, estratto di malto da orzo, agenti lievitanti: carbonati di ammonio, carbonati di sodio, difosfato disodico; carbonato di calcio, aromi, ferro fumarato, niacina, riboflavina, tiamina, vitamina B6), amido di mais, destrosio, siero di latte scremato parzialmente delattosato in polvere, estratto di malto da orzo, emulsionanti: mono- e digliceridi degli acidi grassi; stabilizzanti: alginato di sodio, farina di semi di carrube; aromi naturali, agenti lievitanti: carbonati di sodio; sale.