I supermercati aperti nei giorni festivi hanno smesso di scandalizzarci

Perché a nessuno importa più delle aperture festive dei negozi e dei supermercati, che solo pochi anni fa erano al centro del dibattito?

I supermercati aperti nei giorni festivi hanno smesso di scandalizzarci

C’è stato un tempo in cui Luigi Di Maio, oltre ad abolire la povertà (cit.), voleva pure abolire le aperture festive dei supermercati. Era diventata la sua battaglia, sua e del Movimento Cinque Stelle tutto. “Entro l’anno approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi ai centri commerciali”, prometteva il Vicepresidente del Consiglio dei ministri nel 2018, perché “la liberalizzazione ha distrutto le famiglie italiane”.

Inutile dire che a oggi nulla se n’è fatto, di questa convinzione e di queste promesse, ma la verità è che oggi manco se ne parla più, perché il dibattito non sembra interessare nessuno. O forse non ha mai interessato davvero. Sta di fatto che, ad oggi, “Supermercati aperti di domenica”. “Supermercati aperti all’Immacolata“: sono chiavi di ricerca che ciclicamente, ogni fine settimana e ogni giorno festivo, tornano all’arrembaggio, puntualissime. Noi, durante i festivi, vogliamo fare la spesa, e non vogliamo preoccuparci di chi lavora al posto nostro.

La natura del dibattito sulle aperture festive dei negozi

supermercato

Il tema è sempre stato parecchio divisivo, fin da quando, nel 2012, il decreto “Salva Italia” del governo Monti liberalizzò gli orari di apertura degli esercizi commerciali, dando il via alle aperture domenicali. A cui ci siamo abituati in fretta, nonostante le polemiche e un po’ di senso di colpa che va e che viene. Anche ai tempi del governo Conte, contro Di Maio c’era Matteo Renzi, che sosteneva che l’iniziativa di abolire le aperture domenicali e festive fosse “un’assurdità”. Sarebbe semplice pensare che si tratti di capitalismo VS diritti dei lavoratori. Da un lato chi vuole il libero mercato, la possibilità di far girare l’economia come più ci piace, e come più ci riesce; mentre dall’altra chi vuole il rispetto del sacrosanto (letteralmente) diritto dei lavoratori a restare con le proprie famiglie a fare il pranzo della domenica, o a festeggiare il Natale.

Quale panettone comprare al supermercato con 6 euro. La nostra classifica del 2025 Quale panettone comprare al supermercato con 6 euro. La nostra classifica del 2025

Già, però è anche vero che ci sono lavoratori che sul weekend arrotondano lo stipendio, o addirittura se lo fanno, se sono degli extra chiamati ad hoc. Dunque sì, le aperture domenicali e festive possono anche essere un guadagno per tutti, se regolamentate correttamente e non pensate per sfruttare i lavoratori. Ed ecco che il dibattito diventa più complesso, ed è difficile sostenere una posizione con fermezza, tanto è che negli anni tutti hanno detto tutto e il contrario di tutto sul tema. Fino a oggi.

Abbiamo smesso di indignarci per le aperture domenicali?

C’era chi aveva aderito a uno sciopero della spesa la domenica, in nome del diritto dei lavoratori a stare a casa. Non Matteo Salvini, se proprio volete saperlo: lui anzi qualche anno fa ci aveva tenuto a farci sapere quanto amava le domeniche all’Esselunga (sì, è successo davvero). Ancora nel 2024, Fratelli d’Italia (a dimostrazione che il tema è politicamente trasversale, e che le posizioni si spostano un po’ di continuo) ha proposto di ripristinare la chiusura festiva di supermercati e negozi.

Eppure, la verità è che l’argomento non ha riscontrato entusiasmo nella gente, e dunque in molti dai piani alti (comprensibilmente) non si prendono più la briga di affrontarlo. Da un lato, nessuno vuole davvero rinunciare – soprattutto in questo periodo di regali – a fare gli acquisti nell’unico giorno in cui può farlo senza pensieri, la domenica. E poco importa se questo significa che qualcun altro, la persona dietro al bancone, non potrà fare lo stesso. Dall’altro c’è anche, appunto, chi preferisce lavorare nei weekend, per guadagnare qualcosina in più.

I panettoni del supermercato nel 2025 sono un impietoso specchio sociale I panettoni del supermercato nel 2025 sono un impietoso specchio sociale

In tutto questo, c’è l’enorme tema del lavoro, delle tutele di chi lo fa, dei diritti che non sempre vengono rispettati. Che poi questo avviene sia in un mercato liberalizzato che in uno più regolamentato, per cui il tema – come sempre – andrebbe spostato un passo indietro, a guardare le regole che già ci sono, e il cui rispetto bisognerebbe garantire, di domenica come di lunedì.

Ma insomma, le parole sembrano inutili: il tema, semplicemente, non è più un tema. Ed è una cosa che succede spesso, quando ci troviamo nella difficoltà di crearci un’opinione netta, in bilico tra le nostre esigenze e quelle collettive. Semplicemente, va a finire che ci disinteressiamo dell’argomento. Ci assuefacciamo. E questo è sempre un impoverimento culturale: l’assenza di dibattito è un sintomo di una società dormiente, quando invece temi come questo, in un senso o nell’altro, dovrebbero comunque rimanere al centro. Ma ora ho già scritto troppo, e sono in ritardo per fare la spesa dell’Immacolata.