Ad alcuni la domanda sembrerà banale, altri potrebbero addirittura prenderla come una provocazione. Perché non regaliamo l’olio a Natale? Eppure proprio noi italiani, custodi e discendenti della civiltà cosiddetta di vino pane e olio, spesso ci dimentichiamo di quest’ultimo. E se per compleanni, cene e occasioni speciali sembra automatico incartare una bottiglia di rosso o un cabaret di pasticcini, a nessuno viene in mente il condimento mediterraneo per eccellenza. Forse però le cose possono cambiare: merito dei trend in cucina e del ripensamento dei consumi.
“Di alta qualità ma non appariscente”: l’olio è il regalo perfetto

Lo spunto arriva da un articolo del Guardian, che si riferisce così all’olio come dono ideale per i nostri tempi. Il pezzo apre con alcune considerazioni sulle nuove tendenze in fatto di gusti e preferenze alimentari, per poi passare a una breve lista di bottiglie più o meno preziose da regalare. Il bello dell’olio, e qui chiariamo che parliamo esclusivamente di extra vergine di oliva, è proprio questo: è comunque prezioso. Basti pensare al lavoro – di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici – dietro a coltivazione, raccolta, spremitura, imbottigliamento.
E poi spostare lo sguardo dentro e lungo la nostra penisola, caratterizzata da una miriade di cultivar, espressioni organolettiche, denominazioni di origine. Qui il discorso rischia di scadere nel qualunquismo, ma le cose stanno così. Noi e altri paesi affacciati sul Mediterraneo abbiamo un’eccellenza poco appariscente, un ingrediente di base lontano dai fasti e dalle classifiche riservati a vino, formaggio, grandi lievitati patinatissimi. Eccellenza che troppo spesso viene considerata scontata, e pretesa tale nel prezzo.
C’è un però. Nonostante i soliti due o tre olii da supermercato e da pubblicità nazional popolare che caratterizzano il carrello tipo dell’Italia che fa la spesa, si avverte già qualche tendenza contro corrente. La scusa per spendere un po’ di più su un prodotto a lunga conservazione e di uso moderato in teoria non avrebbe nemmeno bisogno del Natale. E non serve incamminarsi su qualche sentiero sterrato fra gli olivi: ci sono bottiglie di alta qualità che si trovano già comodamente sullo scaffale. Ma a spostare lo sguardo nelle gastronomie specializzate, nei mercati contadini e sui tanti e-commerce di produttori italiani, non si fa così fatica a intercettare la nicchia.
Perché regalare olio, anche a Natale

Trovarlo e imparare a usarlo è semplice, questo lo abbiamo appurato. Ma quali sono davvero le attrattive principali dell’olio come regalo? Torniamo subito sul prezzo: l’olio di qualità si posiziona in media fra i 15 e 30 euro. Praticamente quello che spendereste per una bottiglia di vino, probabilmente anche meno. Tranne che A) l’olio dura di più B) si accompagna a infinite preparazioni C) non serve essere degustatori esperti per apprezzarlo al meglio.
La ragione D) è anche la seconda grande attrattiva dell’olio, in particolare rispetto al vino: non è alcolico. Fra le nuove generazioni e non solo si beve sempre di meno, per questioni di salute e di attrattiva di un mercato no/low alcol in grande espansione. Regalare una bottiglia di vino non è di per sé problematico, ci mancherebbe. Ma può diventare un rischio se non si conoscono bene i gusti della persona, le condizioni (incinta, astemia) o credenze religiose che magari le impediscono di bere alcol o certi tipi di alcol.
L’olio è un grasso sano ed è quasi impossibile abusarne. Se mi presento col pandoro e ce lo finiamo in quattro nel giro di una cena tutto bene, poi però ognuno fa i conti con reflusso, dieta, eventuali sensi di colpa. Con una bottiglia di imbevibile liquido dorato il rischio non c’è. Al massimo diventa un piacevole sobremesa da pucciare con il pane, decisamente meno dannosa di un’abbuffata di dolci. E intanto fate il pieno di polifenoli.
Infine, c’è la questione dell’olio come ingrediente. Che non è solo prezioso di suo, ma impreziosisce diventando di fatto la base portante di qualsiasi ricetta. È un regalo che torna (anche eventualmente a chi lo ha regalato) sotto forma di altri piatti. Stimola a sperimentare, a condividere, a mettere le mani in pasta. Allo stesso modo in cui poche gocce riescono a elevare una preparazione, pochi euro in più puntati sulla qualità rendono l’olio un dono da non sottovalutare. Anche, ma non solo, a Natale.


