Presto mangeremo molto cioccolato surrogato

L'aumento dei prezzi del cacao ha spinto alcune aziende che producono cioccolato a trovare un'alternativa, che si sta dimostrando anche una scelta etica.

Presto mangeremo molto cioccolato surrogato

Nei momenti di crisi economica, l’umanità ha sempre cercato di procurarsi il cibo che le dà piacere percorrendo strade alternative: dai liquori improvvisati alla cicoria al posto del caffè. Ora sembra essere arrivato il turno del cacao, che sta diventando un bene sempre più di lusso. The Guardian ha raccontato, in un articolo pubblicato lo scorso 25 ottobre, le aziende che stanno lavorando per creare alternative al cioccolato, a partire dalla londinese Win-Win. Questo cioccolato surrogato ha preso  già il posto di quello vero in alcuni prodotti di McVitie’s e nel KitKat bianco.

L’industria che usa cioccolato ha un problema

coltivazione cacao

L’amministratore delegato di Win-Win, azienda che produce un cioccolato “finto” a partire da riso e cereali, ha dichiarato al Guardian: “Se usi cioccolato per la tua azienda, ora sei in crisi”, riassumendo in una frase lapidaria la situazione mondiale. Si parte dal dato di fatto che i prezzi del cacao sono più che raddoppiati negli ultimi due anni e, da inizio 2025 ad agosto, il prezzo del cioccolato per i consumatori è aumentato del 15,4%. La causa principale va ricercata nel cambiamento climatico che ha prodotto una scarsità dei raccolti in Africa occidentale: circa il 75% del cacao mondiale proviene da questa regione, soprattutto da Ghana e Costa d’Avorio.

Tuttavia è anche vero che la coltivazione intensiva del cacao non ha giovato all’ambiente in questi Paesi: dagli anni Novanta a oggi la foresta pluviale è diminuita dell’80%, proprio per far spazio alle piantagioni di cacao. Inoltre, secondo i dati riportati da Win-Win, la produzione di cacao genera oltre tre volte le emissioni di gas serra dell’intera industria avicola mondiale. Infine quella del cacao è una coltura che necessita i molta acqua. Dal punto di vista etico, si stima inoltre che circa un milione di bambini lavorino nelle coltivazioni di cacao, mentre molti coltivatori guadagnano meno di un dollaro al giorno, vivendo al di sotto della soglia di povertà.

Alla luce di questi dati, chi lavora a un surrogato del cioccolato si presenta non solo come innovatore, ma anche come realtà etica e ambientalista, in un mondo in cui la domanda globale di cioccolato continua a crescere, esercitando ulteriore pressione sulle catene di approvvigionamento.

Le aziende che lavorano sui surrogati del cacao sono parecchio fantasiose

tavolette di cioccolato

La londinese Win-Win utilizza cereali e legumi fermentati, tra cui il riso, per replicare gusto, consistenza e scioglievolezza del vero cioccolato. Successivamente vengono aggiunti carrube, grassi e zuccheri. Il risultato, garantiscono, assomiglia in tutto e per tutto al cioccolato tradizionale per sapore, aroma e modo in cui si scioglie.

Un impulso importante arriva anche dal colosso svizzero Callebaut, che ha collaborato con l’Università di Scienze Applicate di Zurigo per sviluppare il cioccolato coltivato in laboratorio, ottenuto facendo crescere cellule della pianta di cacao in provetta.

Anche la Germania ha la sua realtà: Planet A Foods, che utilizza avena e semi di girasole tostati e fermentati per ricreare sapore e texture del cioccolato. L’azienda sostiene che il processo riduce fino al 90% le emissioni di carbonio e consuma il 90% in meno di acqua rispetto al cioccolato tradizionale. Il marchio collabora già con grandi produttori alimentari, tra cui Aldi e Lidl, e ha superato le 10.000 tonnellate annue di produzione.

Negli Stati Uniti, invece, opera la startup californiana Voyage Foods, che ha sviluppato il suo surrogato utilizzando semi d’uva, proteine di girasole e burro di karité. Ha raccolto oltre 40 milioni di dollari di investimenti per crescere e affermarsi sul mercato.

Anche l’Italia ha la sua start up sul cioccolato surrogato. Dalle nostre parti si è sempre usata la carruba per imitare il cioccolato, infatti la start up italiana che fa cioccolato senza cacao è pugliese, terra di grandi carrube come tutto il sud Italia. Foreverland è una startup di Putignano (BA), il loro prodotto si chiama Choruba  e deriva dagli scarti della lavorazione delle carrube, un prodotto che oggi si usa quasi solo per i superfoods o per l’alimentazione animale. Se volete fare un test, anche i privati possono acquistare delle mandorle ricoperte di Choruba, online, al prezzo di 7,90 euro per 100 gr.

Il cioccolato surrogato è più sano?

A questo riguardo il The Guardian intervista Tim Spector, co-fondatore della società britannica di salute e nutrizione Zoe che sostanzialmente risponde: “Dipende”. Il grasso nel cioccolato, sebbene sia un grasso saturo, è in realtà benefico quando viene consumato sotto forma di cioccolato fondente. Inoltre nel vero cacao ci sono i flavanoli, che sono molto buoni per la salute dell’intestino, la pressione sanguigna e la salute del cuore.

Per ora accontentiamoci che il surrogato sia buono per l’ambiente.