Anzolo Raffaele a Venezia, recensione: la trattoria sardo-veneziana è cinematografica

Scenografica e autentica, la trattoria sardo veneziana Anzolo Raffaele è una chicca di Venezia: la nostra recensione completa di menu, prezzi, foto, piatti e opinioni.

Anzolo Raffaele a Venezia, recensione: la trattoria sardo-veneziana è cinematografica

Gli appassionati cinefili probabilmente riconosceranno in Campo dell’Anzolo Rafael di Venezia uno dei luoghi in cui è stato girato “Pane e tulipani” capolavoro di Silvio Soldini. Ed in effetti, arrivandoci dopo essersi lasciati alle spalle il cuore del sestiere di Dorsoduro, il campo appare un set perfetto, sospeso com’è tra silenzi surreali almeno quanto i rari veneziani che ci passeggiano. E ancora più cinematografico è il ristorante che compare all’angolo di uno degli edifici del campo, la trattoria Anzolo Raffaele.

L’insegna a fondo bordeaux sbiadito, il nome che campeggia in bianco e rimanda al passato, un plateatico gentile e non invadente, preannunciano esattamente quello che si trova all’interno, con una coerenza che è un po’ il tratto distintivo di questo luogo.

Il locale

 

Anzolo Raffaele (4)

Sono relativamente pochi i locali a Venezia dove la gestione ha i tratti di una continuità e dove il luogo assomiglia ai gestori e ne riflette lo spirito. L’Anzolo Raffaele è uno di questi. I più ferrati in fatto di ristorazione veneziana probabilmente ne ricordano il nome precedente, “Pane vino e San Daniele”, e se l’affermazione sembra smentire quanto detto poco fa arriva pronta la contro-smentita: la gestione è rimasta la medesima. Una porta in legno a doppio battente, un bancone accogliente all’ingresso che introduce l’avventore in tre sale, due al pianterreno e una al primo piano. Gli arredi sanno di trattoria, in veste elegante: credenze, piatti, ceramiche, vetrinette dalle quali spicca lo scintillio di bicchieri puliti, specchi di mano artigianale, libri di cucina, tavoli e sedie in legno, pavimento di piastrelle. L’idea è quella di trasmettere il senso di un’accoglienza calda, semplice, senza fronzoli, rafforzata dalla sensazione di un luogo dove la sosta non abbia vincoli, dove si possa cioè ordinare dal semplice bicchiere di vino accompagnato da un piatto di affettato, al menu completo. Se il compito degli arredi è svolto adeguatamente, il merito di saper trasformare gli oggetti in una narrazione coerente e i piatti nel loro corrispondente gustativo va a Patricia Vidotto e Luigi Secchi, i padroni di casa. La pacatezza e la cortesia con cui si spiega il menu, si accompagnano i piatti e si consigliano abbinamenti è parte del bello del luogo. Il resto lo fanno un paio di dettagli: il fatto che il locale aderisca al progetto Osti in orto, e sapere che Luigi ha un’azienda agricola ad Arbus, nel sud ovest della Sardegna. Produce vino dal 2014 e i vini sardi (a bacca rossa e bianca) che arricchiscono una carta di ampio respiro – Italia, con un occhio di riguardo per piccoli produttori e Francia soprattutto – arrivano proprio da lì.

La cucina e i piatti

In virtù delle origini di Luigi, oltre ai piatti più affini alla tradizione veneziane, la carta accoglie anche proposte sarde oltre a piatti nazional-popolari. Negli antipasti (12-22 euro) la Sardegna fa capolino con carasau e bottarga mentre Venezia compare con il mantecato, le verdure accontentano il gusto vegetariano e il prosciutto occhieggia a quello più popolare. Medesima scelta per i primi (14-18 euro) tra tradizione sarda, veneziana e più dichiaratamente italiana. I secondi (20-25 euro) vedono carne e pesce proposti in veste classica ma non banale. A chiudere, i dolci (8-10 euro) con la capacità di uscire dalle rigide maglie del binomio lagunare stretto tra tiramisù e biscotteria: qui babà e crème brulée, oltre al resto, arrivano a dare ampio respiro ad una parte del menu spesso trascurata. L’impressione generale è quella di una cucina che racconti di sé, delle proprie origini e della città in cui si è scelto di vivere facendolo con autenticità, genuinità e assenza di affettazione rendendo “comprensibili” i piatti, la cui identità gastronomica è grammaticamente corretta e compone un discorso complessivo chiaro e piacevole.

Anzolo Raffaele (6)

Anzolo Raffaele (10) copia

Anzolo Raffaele (14)

Anzolo Raffaele (18)

Tra gli antipasti, la scelta cade su una vellutata di pomodoro con gamberi di Mazara: il sapore del pomodoro è netto e acceso dalle note piccanti che rimandano, vista la presenta dei gamberi, alla più nota busara. Una fetta di pane leggermente abbrustolito coperta dal pomodoro e che si ammorbidirà con l’andare dei minuti, dona cedevolezza. Rimane il dubbio sull’esatta consistenza della vellutata, qui più simile a quella di una salsa o di un sugo, ma complessivamente il piatto è ben riuscito.

Arriva all’interno di una fondina, portata con due mani, una gricia che diventa da subito il piatto protagonista del menu. La ruffianeria è innata, ma qui è governata con buona mano, senza che ecceda. Il carattere del rigatone è deciso e ben si accompagna al guanciale, bello sapido e che riesce a tenere in sé la masticabilità della parte croccante e la scioglievolezza di quella grassa. Pecorino e pepe aumentano il carico di sapore per una pasta tra le più insidiose da eseguire e che qui dimostra di saper reggere le trasferte oltre il confine romano. Si ritorna alla delicatezza con il trancio di ombrina, cui la crosta di timo e le note agrumate conferiscono eleganza e femminilità, rafforzate da una crema di zucca ma soprattutto dai porri, leggermente gratinati, con le fibre ammansite, e “saporosi” come si sarebbe detto qualche secolo fa. Una crème brulée all’arancia, dalla dolcezza contenuta e non stucchevole, arriva a chiudere. Peccato per la crosta, che sotto i colpi del cucchiaino non si rompe con un crac netto ma si piega. Amélie Poulain ha lasciato un’eredità pesante.

Scontrino Anzolo Raffaele

Opinione

trattorie ristoranti

Un’insegna, nascosta in uno dei campi di una Venezia minore, che dimostra una coerenza tra lo spirito di accoglienza dei proprietari ed una cucina che si muove tra la Sardegna e la tradizione gastronomica veneziana senza contaminazioni sbilanciate ma piuttosto accostando i piatti per comporre un menu lineare e piacevole.

PRO

  • Autenticità del luogo e dei gestori

CONTRO

  • Qualche piatto in più di tradizione sarda renderebbe ancora più piacevole la sosta
VOTO DISSAPORE: 7.5 / 10
Voto utenti
Trattoria Anzolo Raffaele
Trattoria Anzolo Raffaele
Trattoria Anzolo Raffaele, Venezia, VE, Italia