Amaury Guichon e la scuola di cioccolato surreale su Netflix

Il pasticciere franco-svizzero Amaury Guichon ha creato una scuola a Las Vegas e una serie su Netflix in cui insegna a fare magie con il cioccolato senza insultarsi e lanciare pentole e sac a poche.

Amaury Guichon e la scuola di cioccolato surreale su Netflix

Ma da che pianeta viene Amaury Guichon? Ho cercato di capirlo guardando il suo profilo Instagram, la sua rassegna stampa online e la sua serie Netflix, “La scuola di cioccolato”, che dovrebbe essere un MasterChef della cioccolateria eppure con MasterChef non c’entra nulla (e in positivo).

Partiamo dunque dalle basi: Amaury Guichon è del 1991, è nato da madre svizzera e padre francese, si è formato e ha lavorato tra Ginevra, la Francia e Las Vegas. Nel 2016 ha cominciato a usare Tik Tok e Instagram da pioniere per postare le sue creazioni creando una community da milioni di follower. Perfino di più di Cedric Grolet.

Amaury Guichon

Proprio a Las Vegas Guichon ha creato una scuola di pasticceria, Pastry Academy by Amaury Guichon, dove imparare un “bellissimo mestiere con un programma intensivo di dieci settimane che copre tutte le basi: pasticceria al piatto, cioccolato, gelato, danese, pane, caramelle e pezzi da esposizione al cioccolato. Partendo dall’inizio e arrivando a competenze più avanzate, avrai tutto ciò che ti serve per iniziare la tua nuova dolce carriera” come c’è scritto sul suo sito.

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Proprio all’accademia di Guichon è ispirata “La scuola di cioccolato di chef Amaury”, la serie uscita ufficialmente su Netflix il 26 Novembre 2021. 8 puntate per 8 pastry chef che gareggiano tra di loro per vincere il programma e intascarsi diversi premi. Ogni episodio è composto da una o più prove, per una durata di 40 0 30 minuti. Guichon guida i pasticcieri e le pasticciere in questo percorso che assomiglia a un talent show alla MasterChef o Bake Off ma ha qualcosa di diverso. Molte cose a dire il vero.

Amaury Guichon(4)

Il primo aspetto rilevante è che le prove sono impossibili, non so se per me che le guardo oppure per chiunque (propendo per la seconda). Guichon negli anni è diventato famoso come pasticciere e cioccolatiere perché le sue sculture di cioccolato sono assurde, surreali. Più che un pasticciere parliamo di un architetto, un fisico, un ingegnere del cioccolato. Basta guardare i titoli degli episodi, “cioccolato che cola”, “cioccolato appeso a un filo” e il più inquietante “cioccolato volante” per capire che non bisogna stupirsi che i pasticcieri in gara siano 8, ma che Guichon sia riuscito a trovarne così tanti per una competizione fuori da ogni logica. Lampadari, matite, vetro, strumenti musicali, animali giganti e bussole con tanto di ingranaggio sono il pane quotidiano del pasticciere e dei suoi concorrenti.

Amaury Guichon

La cosa però più singolare e che restituisce la cifra della particolarità dello show è che tanto più la competizione è complessa, quanto meno la narrazione spinge sulla pressione e sulla mortificazione dei partecipanti. Ne è dimostrazione il fatto che partono e arrivano in 8 alla finale, senza uno straccio di eliminazione. Guichon non grida, non alza mai la voce, non lancia tavolette di cioccolato in fronte a nessuno. Anzi ringrazia per il lavoro svolto, incoraggia, motiva, spiega, ma soprattutto rivela i suoi segreti da cioccolatiere fuoriclasse. Abituati a vedere una competizione selvaggia, così come tempi di preparazione da cardiopalma, fa davvero effetto sentire frasi come: “avete 18 ore per questa prova”.

Proprio per questo qualcuno potrebbe trovarlo noioso. Ma tutto sommato noioso non è. Le prove proposte sono comunque spettacolari e alternano estetica più pura con gusto e assaggi, la competizione c’è ma non al punto da farvi sentire in imbarazzo per quello che state guardando. E poi Guichon fa delle cose che un po’ ti fanno pensare “perché” ma anche “perché non ti duplicano la sequenza genetica” proprio mentre costruisce con il cioccolato la statua della libertà.

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