Matias Perdomo testimonial Benetton: oggi lo chef è indispensabile come un tubino nero

Matias Perdomo testimonial Benetton: oggi lo chef è indispensabile come un tubino nero

“Al mattino non mi alzo dal letto per meno di 10mila dollari al giorno.”
Chi ha detto questa frase?
— Carlo Cracco
— Alessandro Borghese
— Simone Rugiati
— Matias Perdomo

Nessuno di loro, anche se avrebbero potuto. In realtà la frase è stata pronunciata nei primi anni novanta dalla modella Linda Evangelista, protagonista del fenomeno delle supertop, dive celebrate e contese dal mondo della moda e del lifestyle. Vi ricordano qualcuno?

Provate a guardare la nuova campagna Benetton, vi troverete un modello particolare: lo chef del Al Pont de Ferr di Milano Matias Perdomo, che nella mia personale lista degli chef più carini sfiora la top 5 (ma so che questo è irrilevante), e che Benetton ha scelto per la nuova campagna che ha come protagonisti 9 personaggi (per la maggior parte modelli professionisti) che “ce l’hanno fatta” partendo da condizioni svantaggiate, gente arrivata alla moda dopo un percorso tormentato.

Matias è il non modello della campagna Benetton, l’outsider rispetto al mondo della moda, ma ora uno chef è indispensabile come un tubino nero nell’armadio, mai farne senza. Matias è stato scelto in quanto uno “che ce l’ha fatta”: nato in Argentina e cresciuto in Uruguay, figlio di genitori militanti fuggiti dal regime quando lui era bambino, ha realizzato il suo desiderio di diventare chef. E da lì, il passo per arrivare sotto i riflettori o in passerella sembra davvero breve. Ancor più breve per diventare un nuovo sex symbol.

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Quelli di D della Repubblica gli hanno chiesto cosa ne pensasse della spettacolarizzazione delle cucina e del fenomeno degli chef-star? Lui ha risposto: “Non mi sembra una cosa negativa. (…) Il problema è quando uno crede davvero di essere un divo e lascia per strada proprio quello per cui è diventato famoso. Ho fatto questa esperienza, mi sono divertito, ma non è “il mio”, perciò sono tornato subito nella mia “tana”, ovvero la mia cucina.”

Dopo Cracco sulla copertina di GQ, uno chef sbarca addirittura nel patinato, effimero e dietetico mondo della moda. Sono le nuove icone prese a prestito, come furono i calciatori, i pompieri, i nuotatori o i piloti: al fisico atletico antepongono l’arte creativa dei fornelli e il loro allure trasuda dai piatti che li hanno resi celebri.

Ma mi chiedo, anzi vi chiedo, perché mai gli chef sono dei sex symbol? Cosa li rende oggetto del desiderio per le donne che vorrebbero essere le loro amanti e per gli uomini che vorrebbero essere come loro e comprare i maglioncini che pubblicizzano? Sono davvero i nuovi modelli maschili di riferimento?

[Crediti | Link: Repubblica D, immagini: Benetton, Repubblica D]