“Riprese reali di cibo nella città di Gaza“: si intitola così il video postato ieri (22 agosto 2025) su YouTube dal Ministero degli Affari Esteri di Israele, che lo sta promuovendo anche sotto forma di ADS. Più di un singolo video, in realtà: diversi filmati, uguali ma con didascalie in 4 lingue diverse (italiano compreso) mostrano come nei ristoranti di Gaza si stia benissimo.
Oggetto delle riprese sono persone intente a mangiare felicemente sedute ai tavoli, e ristoratori che preparano il loro cibo: calzoni alle verdure, alla carne, ai calamari. “Tutti deliziosi, grazie a Dio“, dice la voce di uno di loro. Pizze fatte roteare in aria, gelaterie gremite di gente in coda per un gelato al pistacchio, sorrisi. E la scritta finale: “C’è cibo a Gaza, qualsiasi altra affermazione è una bugia“.
La fame della popolazione palestinese, quella delle immagini dei bambini in fin di vita, quella ammessa perfino da Donald Trump, quella per cui è anche difficile continuare a parlare di cibo come se nulla fosse, è dunque – secondo il ministero israeliano – tutta un’invenzione della propaganda pro-Pal. Non esiste, né per colpa di Hamas (come sostiene la narrazione israeliana), né per mano di Benjamin Netanyahu. E non importa cosa dicano le (tante) voci indipendenti (come quella dello chef José Andrés che, dopo aver perso sette collaboratori della sua ONG in un attacco israeliano, ha affermato di non poter più preparare pasti per i palestinesi perché non c’è più cibo). La fame in Palestina è un’invenzione dei media, in realtà i ristoranti sono pieni e tutti sono felici. O almeno così racconta, convinta e pronta a convincere il resto del mondo, Israele.
“Riprese reali” da Gaza datate luglio 2025
Ed è proprio questo che rende questo video diffuso da Israele così poco verosimile e credibile: la volontà assoluta di dimostrare come tutto vada bene, senza tenere conto delle oggettive circostanze. Le immagini, ampiamente diffuse e sponsorizzate sui social, cercano di raccontare una realtà distopica, francamente allucinante. Una realtà in cui, a luglio 2025 (così dicono le didascalie, molto simili nella grafica e nei colori a quelle di Amnesty International, come fa giustamente notare la collega Lavina Martini sui suoi social) i Palestinesi se ne stavano in giro a bere e mangiare nei ristoranti, allegri e sorridenti.
Esiste solo una Gaza felice, fatta di gente che mangia al ristorante, in barba alle stime di Emergency: almeno mille persone, negli ultimi due mesi, uccise mentre cercavano di accedere agli aiuti umanitari.
Una narrazione a cui è oggettivamente difficile credere, in un’epoca in cui l’informazione arriva attraverso immagini che fanno il giro del mondo e che raccontano tutt’altro. E in un periodo storico in cui sono ormai poche le voci che negano lo sterminio che viene portato avanti quotidianamente a Gaza nei confronti della popolazione civile. Eppure, è su queste voci che il Ministero israeliano conta, ed evidentemente su molte altre, visto che il video “originale” postato su YouTube, quello in inglese, ha raggiunto in ventiquattr’ore più di tre milioni di visualizzazioni.