Tra le inevitabili analisi e pronostici dei trend alimentari da tenere d’occhio per il 2026, quella elaborata da GlobalData, azienda internazionale di ricerca ed elaborazione di dati di mercati, attraverso la piattaforma Ai Palette, ci sembra al momento quella più interessante e, nonostante alcuni concetti possano apparire al momento ancora lontani dal mercato italiano -il cui tradizionalismo è notorio tra gli operatori del settore- c’è da credere che prima o poi cominceremo a farci i conti, che ci piaccia o no.
“The 2026 Consumer Blueprint: Indulgence, Integrity & Inner Balance” identifica tre macro tendenze che promettono di avere un impatto profondo sul mercato e sulle abitudini di tutti i giorni, al di là di mode passeggere. Parliamo dell’Ozempic e della sua influenza ancora tutta da esplorare, della ricerca di alternative salutari, e di come la sensorialità tornerà al centro del processo decisionale dei consumatori.
L’effetto Ozempic

L’ascesa dei farmaci GLP-1 sarà sicuramente la prima tendenza con cui vedersela nel 2026. Utilizzati per la perdita di peso, stanno trasformando radicalmente il mercato alimentare, in un fenomeno che gli esperti definiscono l’effetto Ozempic: un cambiamento che sta portando a una riduzione delle porzioni e a una maggiore richiesta di opzioni proteiche e a basso contenuto calorico, mettendo in crisi intere categorie merceologiche, come quella degli snack salati.
Somsubhra Ganchoudhuri, co-fondatore e CEO di Ai Palette, spiega che “gli effetti a catena degli stili di vita GLP-1 stanno rimodellando l’appetito, le routine di benessere e le scelte dei prodotti, influenzando tutto, dalle aspettative sulle porzioni al focus della bellezza sulla riduzione dello stress e dell’infiammazione”.
I dati indicano che i consumatori stanno modificando attivamente il loro approccio agli spuntini, orientandosi verso la gestione della sazietà e della glicemia, indicando anche come “la crescente presenza del GLP-1 in nuove aree geografiche e sottocategorie segnala la consapevolezza dei consumatori e quindi la crescente domanda di scelte di prodotti più sani, leggeri e convenienti”.
Prodotti salutari per l’intestino, come il kombucha

Parallelamente, il secondo trend più importante passa per la salute dell’intestino, che sta diventando una priorità assoluta, evolvendosi da interesse di nicchia a fenomeno di massa: questa tendenza, ribattezzata col nome di “scienza calma”, vede i consumatori cercare ingredienti come fibre, probiotici e prebiotici non solo per la digestione, ma per il benessere olistico.
Secondo il rapporto di Ai Palette, “i consumatori credono sempre più che l’intestino sia il controllo centro del benessere generale, influenzando l’immunità, l’umore, la digestione e persino la salute della pelle”. La ricerca evidenzia come “la crescente consapevolezza dell’infiammazione e della salute dell’intestino spinge i consumatori verso prodotti che ripristinano l’equilibrio e rafforzano la resilienza quotidiana”. Largo quindi a kombucha e kefir, prodotti ormai di consumo quotidiani in molte parti del mondo ma che in Italia restano ancora relegati a una nicchia.
Questo porta a una visione integrata della salute, dove “i consumatori collegano sempre più infiammazione, digestione, immunità ed energia come parte di un’unica equazione del benessere. Ciò crea una crescente domanda di curcuma, zenzero, probiotici, polifenoli, omega-3 e soluzioni ad alto contenuto di fibre che aiutano a ripristinare l’equilibrio interno”.
kokumi, un nuovo approccio alla sensorialità

Nonostante l’attenzione alla salute, il 2026 vedrà anche una rinascita della ricchezza sensoriale: una rinnovata consapevolezza nella ricerca del gusto che secondo i dati di Ai Palette sarà il terzo trend da tenere d’occhio. I consumatori non rinunciano al piacere, ma cercano una golosità più sofisticata e strutturata, caratterizzata da consistenze vellutate e dal concetto giapponese di kokumi, che indica profondità e complessità di sapore.
Ganchoudhuri chiarisce che “i consumatori stanno ridefinendo il piacere attraverso consistenze più ricche, sapori stratificati ed esperienze multisensoriali, guidando la domanda di alimenti orientati al kokumi e prodotti di bellezza sensorialmente immersivi”. Una ricerca di profondità che trova un punto di incontro con la salute nei prodotti fermentati: il rapporto sottolinea infatti che “i cibi fermentati, con il loro gusto persistente e la profondità del sapore, si adattano naturalmente al kokumi e i nostri dati mostrano una tendenza crescente di prodotti in questo spazio. Mentre i consumatori cercano sapori più complessi e soddisfacenti, il kokumi è destinato a diventare un fattore chiave di innovazione”.


