Unione Popolare: cosa dice il programma su allevamenti, agricoltura e acqua

Abbiamo esaminato il programma elettorale di Unione Popolare per vedere cosa dice su cibo, acqua e agricoltura, e pesca.

Unione Popolare: cosa dice il programma su allevamenti, agricoltura e acqua

Mancano pochissimi giorni al 25 Settembre, giorno in cui siamo chiamati al voto. In previsione delle elezioni, continuano le nostre rassegne dei programmi elettorali dei principali partiti (in questo caso, non tanto principali). In particolare ci interessa comprendere come e se i programmi parlano di agricoltura, cibo, acqua, oppure anche pesca e allevamento. Finora abbiamo esaminato i programmi di Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Lega e Azione. Oggi parliamo del programma politico di Unione Popolare, che si può leggere integralmente qui.

Non possiamo affermare che si tratta di un partito maggioritario: secondo gli ultimi sondaggi disponibili infatti, il partito presentato a Luglio 2022 si assestava al di sotto della soglia di sbarramento. Eppure dei punti interessanti ci sono nel programma, che meritano comunque di essere presi in esame. Per chi non fosse sufficientemente informato, Unione Popolare è un movimento nato nel luglio 2022 e attualmente guidato da Luigi De Magistris, sostenuto da vari partiti e associazioni, tra cui DeMa, Manifesta, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, oltre a numerose persone della società civile.

Agricoltura

agricoltura

A differenza degli altri programmi, in particolar modo quello di Lega con le sue 200 pagine, Potere al popolo presenta un programma snellissimo in 12 punti. All’agricoltura è dedicato un intero punto in collegamento con il tema ambientale. Tutti gli step di questo argomento sono molto ambiziosi, a partire dall’idea di “rispettare e superare gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni dell’Accordo di Parigi”. Sul tema agricolo, oltre alla promozione della biodiversità e alla richiesta di aumentare le zone di tutela ambientale arriva un chiaro messaggio per una “riforma agroecologica della Politica Agricola Comune (PAC), tagliando i sussidi agli allevamenti intensivi e sostenendo aziende agricole che producono con metodi ecologici e a tutela della biodiversità” a seguire “Aggiornamento e attuazione immediata del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), nonché il divieto di utilizzo di pesticidi tossici, divieto di produzione e utilizzo di glifosato e altri fitosanitari nocivi per le api e gli altri impollinatori” e in seguito “Fondo pubblico di sostegno per aziende cooperative sociali e comunità che passano all’agricoltura biologica e che promuovono pratiche agricole ecosostenibili”.

Allevamenti

Come si evince dal punto precedente, Unione Popolare richiede che siano tagliati via tutti i sussidi agli allevamenti intensivi. Punto poi ribadito anche con la “tutela del benessere animale e istituzione del Garante Nazionale dei Diritti degli Animali. Sostegno alle misure proposte dalle associazioni animaliste”.

Acqua bene comune

Per quanto riguarda il tema dell’acqua, Unione Popolare interviene sostenendo la necessità di ribadire, anche dal punto di vista organizzativo, che l’acqua è un bene comune. In particolare “ripubblicizzazione del servizio idrico con legge nazionale che preveda di trasformare la natura di tutte le società, attualmente di diritto privato, in enti di diritto pubblico, dando piena attuazione al Referendum del 2011. Restituire al popolo e alla sua sovranità i beni comuni: dall’acqua pubblica all’ossigeno, dall’energia al mare, dalle spiagge alle foreste” e a seguire “Piano nazionale straordinario per la ristrutturazione della rete idrica, che ad oggi perde oltre il 40% di acqua” e “creazione di una azienda pubblica nazionale degli acquedotti che gestisca la rete idrica e metta fine alla piaga delle perdite idriche”.

Cibo e povertà

A proposito del tema delle diseguaglianze sociali, Unione Popolare chiede una “lotta all’inflazione con eliminazione dell’IVA su prodotti di prima necessità alimentari (es. pane, pasta, latte e anche di reintrodurre un meccanismo automatico di adeguamento dei salari all’aumento del costo della vita (scala mobile)”.