Quattro modi per stappare lo spumante

Quattro modi totalmente differenti per aprire lo spumante, con pro e contro relativi a ciascun metodo per affrontare l'annoso cerimoniale del Capodanno.

Quattro modi per stappare lo spumante

Ci siamo, è finalmente giunta l’ora di salutare il 2022. Siete sopravvissuti all’ennesima abbuffata e vi siete fatti largo tra gusci di frutta secca e piatti di datteri per agguantare lo spumante che avete scelto per l’occasione, perché sarete voi a dare un fragoroso benvenuto al nuovo anno. Sta per partire il conto alla rovescia di Amadeus o di Federica Panicucci, e lì vi assale un dubbio: “come lo apro questo spumante?”. Avete almeno quattro opzioni, tutte peculiari. Seguitemi.

Prima di procedere con le celebrazioni, ho il dovere di ribadire un concetto fondamentale: lo spumante va servito freddo, tra i 6 e gli 8 °C. L’ideale è porre in frigo la bottiglia almeno dalla mattina, trasferendola in freezer prima della sua apertura per una decina di minuti. Ne beneficeranno la qualità organolettica dello spumante, la piacevolezza al palato e la sicurezza fisica dei presenti, come vedremo.

Apertura con ritenzione del tappo

apertura bollicine

Classica apertura di uno spumante, solitamente di pertinenza del patriarca casalingo, uno che è abituato a tenere salde le redini della famiglia e non si lascia sbeffeggiare da un tappo fuggitivo.

Si apre la capsula e si toglie la gabbietta, guardando sempre il tappo con occhi intimidatori. Perché? Non saprei, lo si fa e basta. Si afferra il tappo con mano sicura e lo si ruota, lasciando che altri si occupino della poco virile faccenda del conto alla rovescia. Al “meno uno” si opera una  vigorosa trazione del tappo, sempre tenendolo ben saldo in mano, il braccio che compie un giro completo, curandosi che il botto sia il più forte possibile. Si bofonchia un singolo un “buon anno” sorridendo, poco, poi si torna seri.

Apertura con espulsione del tappo digitalmente direzionata

apertura champagne

Anche questo è un classico esempio di festosa celebrazione, ma stavolta l’addetto alla stappatura ha l’animo da buontempone. Capsula e gabbietta vengono rimosse e, alla fine del conto alla rovescia, si preme con il pollice sotto il fungo di sughero fino a spedirlo nell’iperuranio. Piccolo ripasso di fisica: l’equazione dei gas perfetti, che immagino tutti abbiano sfiorato almeno una volta nella vita, recita PV=nRT.

Senza menarla troppo per le lunghe, badiamo solo al fatto che, a parità di volume (la bottiglia), l’aumentare della temperatura fa aumentare proporzionalmente la pressione. È intuitivo come aumentando la pressione aumenti anche la velocità del tappo espulso, che già normalmente i 40 km/h li raggiunge senza problemi. Tutto questo per dire che, per l’amor del cielo, la bottiglia non va puntata verso nessuno!

Perturbazione celebrativa

È un upgrade della tecnica precedente, con la bottiglia agitata dopo il botto e il pollice malandrino, autore della fuga del tappo, fermo a chiudere la bottiglia, fungendo da simpatico irrigatore. Gli astanti verranno inondati da una pioggia di vino, esordendo nel 2023 madidi di alcol. Si ipotizza un rapido decremento delle risate, oltre al brindisi che verrà fatto con altra bevanda, dato che lo spumante è andato a constatare le condizioni della tinta sulle pareti.

Apertura da sommelier

apertura champagne gabbietta

Lo insegnano ai corsi sommelier: uno spumante deve essere aperto senza clamore, senza botti fragorosi, sommessamente, aristocraticamente. Capsula e gabbietta sempre fuori dalle scatole, ma la capsula deve essere incisa con la lama del cavatappi e non semplicemente tirata per la plebea linguetta; si afferra saldamente il tappo con una mano, si inclina la bottiglia a 45° e si comincia delicatamente a ruotare la bottiglia cingendola dal fondo, a destra e a sinistra, lento lento. E alla fine, quando il tappo sta per essere espulso, si resista. Che si mostri al tappo chi è che comanda, gli sia impedito di prorompere con un boato e volare via, finché dalla bottiglia non uscirà un solo flebile “fffff, il segnale che la tempesta si è placata, che l’uomo ha nobilmente dominato la natura. Peccato che ciò non faccia affatto atmosfera, l’assenza del botto privi la festa della festa. Non è più Capodanno, è solo il 32 dicembre.

Apertura con sciabolata, o sabrage

sabrage

Chi scrive pensa assai male della tecnica del sabrage per aprire spumanti, meglio se di alto livello. Ma a parte che questo è un mio problema ed è del tutto irrilevante, tale tecnica è praticata con gioia da grandi e piccini, tanto che esiste in Italia una Sabrage Academy.

Si tratta di prendere la bottiglia, rimuovere la capsula e gabbietta, inclinarla a 45°, e nell’altra mano brandire una sciabola. Se non avete parenti ninja o pirati, può andare bene anche un coltello da pesce, un coltellaccio da pane, un’ascia bipenne, perfino la base del calice; insomma, usate quello che volete. Va quindi individuata la linea di saldatura del vetro e, con il corpo contundente ben stretto nella mano, si scorre lungo essa fino a colpire l’anello superiore della bottiglia. Reggete saldamente la bottiglia, altrimenti rischiate di farla cadere e comincerete l’anno nuovo raccogliendo cocci. Dopo una serie più o meno lunga di colpetti ben assestati il tappo volerà via spinto dalla pressione interna, portandosi appresso l’anello di vetro, mentre l’aria che fugge dalla bottiglia allontanerà le eventuali schegge di vetro.

Un’ultima occhiata alla legge dei gas perfetti: se la temperatura non è veramente bassa, la pressione sarà troppo alta. Che vuol dire? Che se colpite forte una bottiglia non abbastanza fredda si creerà una frattura, in cui in gas all’interno della bottiglia si incuneerà con forza facendola scoppiare tutta, con schegge impazzite a percorrere la stanza e con il 2023 che inizia sotto le fioche luci fredde di un pronto soccorso.