Report è tornato ad occuparsi di vino e stavolta, dopo la Famiglia Cotarella e dopo le cantine che hanno acquistato vino dalle Cantine Borghi, ha messo nel mirino il Gambero Rosso e i suoi rapporti commerciali con le cantine italiane. Ma andiamo con ordine.
La trasmissione, andata in onda ieri sera, domenica 29 giugno, come sempre su Rai3, riprende esattamente dove aveva lasciato lo scorso marzo, ovvero nella Dimora Verdeluce della famiglia Cotarella. Questa, nata come struttura riabilitativa per giovani con disturbi del comportamento alimentare, ad oggi ancora non è attiva in tale senso. Tutto ciò a scapito di tutte le raccolte fondi operate dalla Fondazione Cotarella attraverso le vendite del vino Tellus o per mezzo di aste di beneficenza appositamente organizzate. Le raccolte fondi sono state destinate anche all’apertura di un centro d’ascolto per i disturbi alimentari ad Orvieto; e almeno questo risulta essere attivo, ma la biologa nutrizionista responsabile del centro non è iscritta all’albo dei biologi (dopo la segnalazione di Report si può parlare di ex responsabile).
Il secondo filone si riallaccia all’inchiesta sui clienti delle Cantine Borghi, salite agli onori della cronaca per aver venduto vino classificato come Chianti DOCG o Toscana IGT prodotto con uve non esattamente toscane (e anche non esattamente le uve imposte dai disciplinari). Il servizio mostra come anche l’azienda Ruffino si sia rivolta a Cantine Borghi per 2 milioni di € circa di vino sfuso acquistato nel 2017. Ciò non impedisce a Ruffino di sbandierare i propri vini come integralmente prodotti con une di sua proprietà, ma abbiamo ormai capito che è comune a innumerevoli cantine raccontare ai clienti questa storiella poco vera.
C’è anche spazio per un pizzico di drama alla Law and Order: al momento della perquisizione disposta dalla procura di Firenze negli uffici di Fabio Carone, ex enologo e responsabile acquisti vino di Ruffino, la polizia giudiziaria omette l’esecuzione di una perquisizione approfondita, come scritto nel verbale firmato dal Tenente Colonnello Cesare Cucci, accontentandosi solo di quanto Carone consegna spontaneamente a Cucci. Come mai questo? Report butta lì una non provata suggestione: l’ex moglie di Cesare Cucci, Maria Isabella Spotorno, è proprietaria della Tenuta di Artimino, altra azienda toscana che, guarda caso, si è rifornita anch’essa da Cantine Borghi.
La comunicazione attraverso il Gambero, tra il lecito e il troppo sotteso
Ma arriva infine il momento dell’affondo sul Gambero Rosso. Report parte ricordando come dopo i loro servizi il Gambero glie ne abbia dette di cotte e di crude, sfornando una decina di articoli non esattamente lusinghieri. Anche noi in realtà siamo stati piuttosto critici nei confronti di Report, sebbene entrando dritti nel merito delle conoscenze espresse in materia enologica o del reale impatto dell’illecito perpetrato da Cantine Borghi nei confronti delle cantine toscane, e senza voler difendere le aziende nominate, che non sta a noi farlo. Fatto sta che Report ha voluto approfondire i rapporti tra le cantine italiane e la società dietro la guida ai vini italiani più venduta.
In sostanza, il Gambero Rosso propone alle aziende visibilità attraverso i suoi canali o gli eventi in Italia e nel mondo, e questo avviene attraverso una formale richiesta economica. Nulla di scandaloso, secondo noi: si paga per avere visibilità e il Gambero ad oggi è il canale che ne garantisce di più in ambito vino. La faccenda si complica un po’ quando le singole cantine scelgono di aderire al progetto “Grandi Cantine d’Italia” legato alla guida dei migliori ristoranti d’Italia, dove per ogni regione vengono nominate cinque cantine d’eccellenza. Ecco, se le cantine di eccellenza sono selezionate tra quelle paganti e non, come ci si aspetterebbe, scelte sulla base dell’analisi dei valori assoluti emersi durante le degustazioni (una cosa che i curatori delle guide del Gambero Rosso dovrebbero poter fare autonomamente), in quel caso sarebbe più opportuno parlare di contenuto sponsorizzato.
Anche perché così c’è il rischio che le migliori cantine di una regione non vengano nominate nella guida dei ristoranti solo per non aver pagato i 1500 € richiesti, dando un servizio rivedibile nei confronti dell’utente finale della guida. Un’altra richiesta economica (e, va ammesso, un altro ritorno in termini di immagine e di possibilità di chiudere accordi commerciali per le cantine) riguarda la partecipazione delle cantine alle 34 tappe internazionali del tour del Gambero Rosso, al costo di 3600 € a tappa.
I Tre Bicchieri anelati
Tutto questo focus sui soldi richiesti alle aziende è utile alla narrazione ipotizzata da Report e confermata dai produttori intervistati in maniera anonima con voce camuffata: se le aziende pagano per partecipare alle iniziative del Gambero Rosso potranno entrare in guida e sperare concretamente nell’assegnazione di un Tre Bicchieri; viceversa, non partecipando più ritornano ad essere escluse dai premi.
Questo violerebbe quanto da sempre dichiarato dal Gambero riguardo i metodi di assegnazione dei Tre Bicchieri: sessanta degustatori che assaggiano e valutano gli oltre 25000 vini in più degustazioni, tutte condotte rigorosamente alla cieca (le etichette vengono celate e i degustatori non conoscono né il nome del vino né la cantina). Chiaramente, senza prove giuridiche alla mano, si possono solo nutrire sospetti e nulla più. Anche se, ad essere onesti, noi qualche domanda sulle modalità di giudizio della qualità dei vini da parte del Gambero Rosso già ce l’eravamo posta: si prenda in esame il caso-studio del Lazio.
Insomma, anche stavolta Report non solleva polveroni omerici ma comunque un’altra piccola martellata al settore del vino e ai suoi protagonisti la dà, allargando il discorso dalla sola produzione anche alla sua comunicazione. Cose che, nella chiusura del servizio, vengono appaiate in maniera poco lusinghiera: Gambero rosso è di proprietà di Class Editori S.p.A., questa è di proprietà di Paolo Panerai, che a sua volta è proprietario anche dell’azienda vinicola Castellare di Castellina. E anche questa cantina ha acquistato vino da Cantine Borghi, e non per poche bottiglie. Chiosa finale di Sigfrido Ranucci: nel libro pinocchio, Gambero Rosso è il nome dell’osteria dove il gatto e la volpe andavano a cena. Mic drop.